Spumanti
Sono vini completamente diversi dai classici vini rossi e bianchi ma, contrariamente a quanto si possa pensare, sono comunque da considerare vini a tutti gli effetti. Stiamo parlando degli spumanti, delle affascinanti bottiglie chiuse dal tappo di sughero e pronte ad esplodere di gioia, in una inebriante miscela di gusto e bollicine. Quando si parla di spumanti si raggiunge un campo tutto da scoprire ed estremamente variegato. In molti credono che basti ammirare le bollicine o sentire il rumore del tappo, per parlare di spumante. Poi, tutti gli spumanti sono uguali a partire da queste caratteristiche. E invece no: non è affatto così, perché di spumanti, in ambito enologico, ce ne sono di diversi tipi, tutti pronti a sorprendere e regalare emozioni gustative.
Una prima distinzione da fare, anche per mettere in guardia fin da subito chi è convinto di poter parlare di spumanti in maniera univoca e intercambiabile, è quella tra spumanti naturali e gassificati. Nel primo caso, parliamo di bottiglie all’interno delle quali l’anidride carbonica arriva per mezzo della rifermentazione del vino di base. Nel secondo caso, invece, l’anidride carbonica viene aggiunta dall’esterno. E’ ovvio che questa distinzione tira in ballo, in maniera neppure tanto indiretta, il fattore qualità. Uno spumante prodotto esclusivamente in base a metodi naturali, e senza l’ausilio di fattori esterni, è un prodotto destinato a far parlare di sé e regalare veramente sollievo. Viceversa, le cose cambiano se si parla di uno spumante artificiale.
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Un’altra distinzione possibile, anzi necessaria, è quella relativa al metodo di produzione dello spumante. Le bottiglie possono vedere la luce in due modi. In base al metodo Classico, che prevede la rifermentazione in bottiglia del prodotto, e fu messo a punto da un monaco francese di nome Dom Perignon nel XVII secolo. Egli gestiva l’orto di un convento nella zona dello Champagne: è per questo che il metodo classico è anche noto come Metodo champenois: è l’unico sistema di lavoro possibile per produrre lo champagne. L’altro metodo di spumantizzazione fu messo a punto invece nel XIX secolo da Federico Martinotti, enologo piemontese, poi brevettato dal francese Eugene Charmat. Si tratta di un metodo perfetto per la produzione di spumante a livello industriale, in quanto la rifermentazione del liquido non avviene in bottiglia, ma in grossi recipienti d’acciaio. Si tratta di un sistema utilizzato frequentemente dai produttori italiani. Così viene prodotto l’Asti Cinzano, ma così vengono anche lavorate le uve più aromatiche.
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