Vino bianco basilicata

La Basilicata è una delle regioni del sud e come tutte le altre regioni del meridione ha una tradizione vinicola dalle origini davvero molto antiche. La conformazione del territorio lucano fa sì che l’intera area sia naturalmente predisposta alla coltivazione di viti. Quando in tempi antichi i greci arrivarono sulle coste dell’Italia del sud subito rimasero stupiti dalla presenza di un notevole numero di vigneti , tanto che chiamarono una specifica zona, di quella che poi divenne la Magna Grecia, con il nome Enotria. Enotria deriva, appunto, dal greco e significa “Terra del vino”. Questa terra ricca di viti occupava una vasta area che comprendeva parte della Basilicata, Campania, Puglia e Calabria. Un territorio così ricco di uve non poteva che prestarsi egregiamente alla produzione di gustosi vini derivanti da vitigni autoctoni o stranieri.

La favorevole posizione geografica della Lucania, ... continua


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        prosegui ... , posta nel mezzo della macchia mediterranea, è una condizione ideale perché possano nascere prodotti di alta qualità. Essa confina con Puglia, Campania, Calabria ed è bagnata da due mari, il mar Tirreno e il mar Ionio. Il territorio è quasi completamente montuoso, infatti, quasi metà della superficie della regione è occupata da monti e massicci alti più di 1600 metri, mentre l’altra metà è occupato da rilievi meno elevati, ovvero da colline. Soltanto l’1% del territorio lucano è pianeggiante, troviamo infatti una grande pianura chiamata piana di Metaponto. Nel nord della regione è presente un antico vulcano ormai spento, si tratta del monte Vulture. Il clima della regione assieme alla conformazione del territorio e la posizione geografica contribuiscono a produrre le condizioni miglioie per una crescita sana e rigogliosa di viti. Il clima infatti è estremamente favorevole, data la sua varietà. A seconda della zone, infatti si può godere di un microclima specifico: in prossimità delle coste si gode di un clima tipicamente mediterraneo mentre sui rilievi il clima è estremamente più rigido. Anche le precipitazioni rivestono un ruolo fondamentale in tema di viticoltura in quanto creano il giusto tasso d’umidità per la crescita di queste delicate piante.

        Se si analizza il territorio della Basilicata dal punto di vista enologico, si possono rintracciare in particolare tre zone in cui vi è una maggiore concentrazione di vigneti. La prima zona di maggior produzione vinicola è situata nel nord della regione, a confine con la Campania. Ci troviamo in prossimità dei comuni di Melfi e Venosa. L’area è sovrastata da un grande vulcano spento il Vulture. È proprio in questa zona, estremamente importante dal punto di vista paesaggistico, che viene prodotto uno dei marchi DOC della regione l’Aglianico del Vulture. Si tratta di un prodotto vinicolo di estrema importanza fregiato del marchio DOC dal 1971, è un vino rosso rubino molto corposo. Anche se questa sezione è dedicata ai vini bianchi, non si può non fare una piccola digressione su questo vino tipico dell’area che si sta descrivendo. Dalle terre del Vulture, quelle affascinantissime terre vulcaniche così ricche di sali minerali, non poteva che derivare un vino dalle grandi proprietà organolettiche. Questo vino rosso, simbolo di queste terre è prodotto in molte regioni italiane, ma la sua vera essenza può essere colta soltanto in quei prodotti imbottigliati proprio ai piedi del vulcano. Questo straordinario vino rosso può essere gustato in tutta la sua pienezza una volta raggiunti almeno tre anni d’invecchiamento. Bisogna attenderne, invece, cinque se si desidera ottenere il celebre Aglianico “Riserva”. Lasciando che questo vino sia ulteriormente descritto nell’apposita sezione, dedicata appunto ai vini rossi, si può procedere nella descrizione delle restanti due aree vinicole della Basilicata. Se a nord troviamo la zona del Vulture patria del vino rosso Aglianico, a sud, sul confine con la Calabria è possibile individuare la seconda area vinicola più importante della regione. Ci troviamo precisamente in una zona bagnata dal fiume Angri, conosciuta come Val d’Angri. In quest’area nasce un altro prestigioso vino rosso denominato Terre dell’Alta Valdagri, anch’esso si è guadagnato la sigla DOC, ma in tempi molto più recenti, il riconoscimento è avvenuto infatti nel 2003. Fatto un altro piccolo accenno ad un altro vino rosso lucano, si può passare finalmente all’individuazione della terza ed ultima area vinicola della Lucania. Quest’area in particolare è il luogo in cui si ottiene il vino bianco più importante della regione. L’area in questione è collocata a confine con la Puglia nella zona di Matera, celebre città lucana famosa per le sue pietre. Il vino bianco di cui si sta parlando prende il nome di Matera così come l’area in cui vengono coltivati i vitigni da cui viene prodotto.

        Il Matera è un vino bianco che recentemente ha ottenuto il riconoscimento di prodotto d’origine controllata DOC. Si tratta del vino lucano più giovane a ricevere questa importante sigla, che garantisce una produzione controllata, volta a salvaguardare le caratteristiche del vino. La zona di Matera e le sue province hanno una tradizione vinicola estremamente antica sebbene soltanto qualche anno l’omonimo vino è stato riconosciuto come marchio d’origine controllata. In seguito ad alcune ricerche paleobotaniche si è potuto affermare con certezza che già intorno al quarto secolo avanti cristo la zona del Metaponto era una vasta area vitata. Sono stati ritrovati, infatti tracce di semi, chicchi d’uva e frammenti di vigneti. Inoltre, andando avanti con i secoli e arrivando intorno alla prima metà del 1700, un altro documento testimonia l’importanza, dal punto di vista enologico, di un’area in particolare della Lucania, ovvero quella di Matera. Secondo il rapporto demografico stilato da Gaudioso e commissionato da Carlo III di Borbone, infatti, l’area del materano era famosa per la produzione di vini di grande qualità. La tradizione vinicola lucana sembra dunque andare molto indietro nel tempo e avere radici molto forti e salde. Il disciplinare che regola la produzione dei vini con marchio DOC ha autorizzato per la produzione del Matera una serie di vitigni a bacca bianca o rossa precisandone le percentuali. Soltanto i vini che rispettano tali coordinate sono riconosciuti in quanto prodotti autentici. Sotto l’unica denominazione di Matera DOC viene data luce a sei diversi tipi di vini. La differenza risiede nella composizione ampelografica e nel processo di lavorazione. Il Matera rosso è un vino di colore rosso rubino, al naso risulta essere molto fruttato e il sapore è armonico. Questa tipologia è ottenuta con l’impiego del 60% di Sangiovese e il 10% di Aglianico. Il primitivo si ottiene con uva primitiva. Per il Matera Moro si utilizzano in percentuale maggiore uva cabernet, con aggiunta di Merlot e primitivo. Esso ha un colore rosso rubino, dall’odore erbaceo e dal gusto secco e vellutato. Questi primi tre vini posti sotto la comune denominazione di Matera DOC sono dei rossi, i tre seguenti sono invece dei vini bianchi. Essi sono il Greco, il Bianco e lo Spumante. Per quanto riguarda il Greco, esso è prodotto con il 80 % di vitigno Greco e il restante di uve a bacca nera sempre autorizzati dal disciplinare purché non siano aromatiche. Alla vista ha un colore paglierino, l’odore è erbaceo e persistente e in bocca ha un sapore caratteristico. Per la creazione del Matera Bianco si utilizza minimo il 70% di Malvasia bianca e circa il 10% di Greco bianco. Se vi è l’aggiunta di altre uve a bacche nere devono essere scelte quelle autorizzate dal disciplinare. Questo vino impiega un tempo di circa sette mesi per invecchiare. Nel bicchiere ha il tipico colore paglierino, il profumo è allo stesso tempo fruttato e erbaceo e al palato risulta essere sapido e fresco. Infine il Matera Spumante è prodotto con metodo classico. Esso presenta il 70% di Malvasia bianca e circa il 30% di altre uve di cui, il 10% provengono dal vitigno Greco Bianco (circa il 10%), mentre il rimanente 20% vede l’aggiunta di altre uve a bacche nere per cui vi è stata l’autorizzazione dal disciplinare. Anche in questo caso il periodo d’invecchiamento dura 7 mesi: da settembre a marzo. Le caratteristiche organolettiche di questo spumante DOC, prodotto seguendo il metodo classico, sono un colore paglierino, odore fruttato e gradevole e al palato è fragrante e caratteristico. Ebbene i tre maggiori vini lucani hanno ottenuto, anche se in tempi diversi, il marchio DOC che fanno l’orgoglio della regione. Ma oltre a questi principali vitigni ne troviamo anche di alloctoni come Malvasia, Sangiovese, Chardonnay, Trebbiano e così via.

        La Basilicata offre agli amanti dell’enogastronomia dei percorsi davvero suggestivi non solo perché immersi in una natura incontaminata, ma anche perché si tratta di vere e proprie delizie per il palato. Oltre ai normali itinerari turistici che in Lucania soddisfano e richiamano, sia appassionati della montagna e della neve soprattutto in inverno, sia coloro i quali apprezzano la bellezza del mare e delle coste, la regione offre delle strutture che organizzano dei percorsi all’interno delle maggiori aree vitate della Basilicata e delle manifestazioni di degustazione dei vini accompagnati dalle pietanze con cui si sposano meglio. Questi particolari percorsi sono , in genere, organizzati dalle cantine stesse. In una regione così piccola, il numero di aziende a conduzione familiare e cantine operanti è davvero elevato. Tra le cantine più importanti compaiono quella dei “Vigneti del Vulture”, le Terre degli Svevi i cui proprietari sono il Gruppo Italiano Vini che si occupa di Aglianico e vitigni nuovi per la regione come traminer e il müller thurgau, l’azienda vinicola Terra dei re che è un’azienda dei primi anni del 2000 che cerca di innovare la tradizione che nuove tecniche, la Paternoster, le Cantine dei Templari nei pressi del monte Vulture, si tratta di un’azienda a conduzione familiare specializzata nell’Aglianico e tante altre.