Manutenzione vigneti

Per la produzione di un buon vino, molti credono che sia importante solamente focalizzare la propria attenzione sulla lavorazione delle uve e occuparsi dunque con maggiore attenzione, di quelle fasi che si svolgono all’interno dell’azienda vinicola. In realtà non è così. Un buon vino può essere definito tale solo se la sua “nascita” viene curata con attenzione a partire dal lavoro nei campi. Così negli ultimi tempi è cominciata a diffondersi la consapevolezza che la produzione del vino cominci dalla cura dei vigneti. Un vigneto è un appezzamento di terra dedicato alla coltura della vite. In una coltivazione controllata l’innesto avviene attraverso l’impianto del seme, mentre la presenza spontanea della vite in natura avviene grazie alla riproduzione di tipo vegetativo. In Europa la Vitis Vinifera è sempre stata presente in maniera naturale, ... continua

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      prosegui ... , ma nel XIX secolo, alcune specie europee furono attaccate da un parassita proveniente dall’America chiamato fillossera. Quest’epidemia compromise la quasi totalità della specie e fu per questo motivo che i coltivatori del vecchio continente cominciarono a creare degli incroci tra le specie europee e alcune specie di vite americane che erano immuni al parassitaCome sappiamo ogni sottospecie di vite ha delle specifiche esigenze in fatto di terreno e clima. Una volta considerato questo fattore ed aver scelto la vite giusta per il terreno su cui si intende impiantare un vigneto è necessario valutare le modalità di innesto. A seconda della tipologia del terreno e della sua conformazione vi sono differenti tipi di sistemazione. Generalmente la vite da il meglio di sé se coltivata in collina, ma tutti sanno quanto un terreno in pendenza possa essere complicato e scomodo per gli agricoltori da lavorare. È per questo motivo che una delle prime cose da fare è a sistemazione del terreno affinché possano essere eliminate le pendenze troppo marcate. Questo consentirà ai viticoltori di ridurre sensibilmente le ore di lavoro e la fatica. Nelle aree collinari, dunque, vengono utilizzate soprattutto due tipologie di sistemazione: quella più utilizzata è detta a “rittochino” che consiste nel disporre i filari delle piante in modo da seguire la naturale pendenza del suolo e favorire il lavoro dell’agricoltore. Questa sistemazione però non contiene il deflusso delle acque evitando i fenomeni di frane e di erosione. Un’altra soluzione è il “girapoggio” ovvero lo scavare dei fossi lungo le curve di una collina e di convogliarne le acque in un fosso. Il vantaggio di questo tipo di sistemazione è anche in questo caso limitare l’erosione. In terreni caratterizzati da una pendenza maggiore viene utilizzata anche un’ altra tecnica chiamata “cavalcapoggio” fa si che i filari seguano un andamento sia a ritto chino che a gira poggio, dato che vanno da est a ovest. Attualmente rispetto a queste tecniche pressoché datate, seppur ancora utilizzate, vengono realizzati i terrazzamenti e i ciglioni. I terrazzamenti consistono nella costruzione di muretti di contenimento in modo da formare delle terrazze dove i filari vengono disposti a rittocchino. L’inconveniente è che sui terrazzamenti è impossibile accedere con dei macchinari voluminosi come il trattore.

      Una volta stabilita la modalità con cui deve avvenire la disposizione dei filari, si può passare all’impianto vero e proprio. Esso può avvenire in modalità e tempi diversi a seconda dell’area climatica in cui il terreno si trova. Nei luoghi caldi, l’impianto può avvenire in autunno in modo che durante l’inverno il sistema radicale si impianta bene nel terreno e in estate la siccità può essere superata senza troppi problemi. Nei luoghi caratterizzati da un clima più freddo invece, è meglio che l’impianto sia effettuato in primavera in quanto gli inverni sono generalmente asciutti. Ciò comprometterebbe la corretta crescita della pianta. Dal punto di vista pratico, è estremamente importante decidere a che distanza devono essere piantate le piantine e che orientamento devono avere in quanto una volta innestate non possono più essere spostate. È possibile scegliere diversi tipi di allevamenti: quello ad alberello, a contro spalliera, capovolto, a tetto, a pergola, a tendone e così via. Tutto dipende dalla conformazione del terreno e dalle esigenze pratiche del viticoltore.

      Una delle attività di manutenzione più importanti per un vigneto è sicuramente la potatura. Per potatura si intende il taglio di alcune parti del sistema radicale della vite per agevolarne la crescita. Essa deve avvenire in determinati periodi dell’anno. Lo scopo è di lasciare solo le parti essenziali della pianta in modo che essa durante il processo di crescita si concentri soprattutto sugli acini. Anche un’altra fase è fondamentale ed è quella della concimazione. Anche quest’attività di manutenzione deve essere effettuate in determinati periodi dell’anno e lo scopo è quello di aumentare la qualità dell’uva. È importante utilizzare prodotti adeguati in quanto una buona concimazione assicura un buon risultato, al contrario, un’errata concimazione può pregiudicare la vita della pianta stessa.


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