Vino bianco campania

Leonardo Da Vinci ha affermato “… credo che molta felicità sia agli uomini che nascono dove si trovano i vini buoni”. Ebbene un genio come Leonardo Da Vinci non poteva che affermare una cosa tanto giusta. Anche i romani sapevano che una terra contraddistinta dai vini buona è una terra felice, ed è probabilmente per questo motivo che la Campania è stata ribattezzata, proprio da questo popolo, “Campania Felix”. La tradizione enologica campana è davvero molto antica, non è facile pervenire ad una datazione precisa eppure bisogna andare ben oltre l’epoca dei romani e tornare indietro nel tempo, fino all’arrivo dei greci sulle coste italiane e alla conseguente nascita della Magna Grecia. La Campania, assieme ad altre regioni del sud come la Lucania e la Calabria, faceva parte di quell’area che i greci chiamarono Enotria, ovvero “terra del vino”. Una denominazione del genere fa, ... continua

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        prosegui ... , chiaramente, riferimento alla presenza di vaste zone viticole da cui venivano prodotti degli ottimi vini. I greci hanno contribuito a fare della Campania, una delle prime regioni in cui la vitivinicoltura e la produzione di questa pregiata bevanda ha raggiunto un’inestimabile qualità. Oltre ai vitigni già presenti, essi ne portarono degli altri provenienti direttamente dalla Grecia, che esistono ancora oggi e anzi rappresentano l’eccellenza campana, tra questi si possono ricordare l'Aglianico, il Greco e la Falanghina. È però, sotto l’impero romano che i vini campani cominciarono a guadagnare un prestigio inimmaginabile. Essi erano tra i più apprezzati dagli imperatori, tanto da essere stati chiamati “vini degli imperatori”, tra questi si possono ricordare il Falerno, il Caleno ed il Faustiniano. Grazie alla fama che ne derivò vennero esportati in tutto l’impero diffondendosi dunque, in molte aree dell’odierna Italia. La Campania è stata non solo una delle prime regioni produttrici di vini di alta qualità, nonché la prima regione a specializzarsi in quest’attività, attraverso la sperimentazione di diverse tecniche di lavorazione, ma è stata anche la prima regione a studiare il vino e la vite per poterne ottenere i risultati migliori. Grazie alle informazioni forniteci da Plinio all’interno dell’opera “Naturalis Historiae” , oggi si può affermare che i maggiori vini autoctoni della Campania discendono da alcuni vitigni piantati in epoca romana denominati Vitis Hellenica, l' Aminea Gemina e la Vitis Apiana.

        La Campania è la patria della enogastronomia. Ogni zona di questa regione è caratterizzata da specialità e piatti tipici che non possono non essere accompagnati da un buon vino locale, bianco o rosso che sia, che ne esaltino i sapori. Grazie alla presenza di un territorio estremamente articolato, i campani possono godere all’interno della propria regione di diverse tipologie di paesaggio: dal mare alla collina, passando per la montagna e addirittura delle vaste zone vulcaniche. Ognuna di queste aree produce dei vino pregiati, estremamente apprezzati in ambito locale, ma non solo. Molti dei vini prodotti in Campania hanno un valore e un riconoscimento nazionale e in alcuni casi anche internazionale. La Campania produce 20 vini aventi il marchio di denominazione d’origine controllata Doc e altri 3 con marchio Docg a cui bisogna aggiungere un’altra serie di vini con marchio Igt.

        Volendo fare un viaggio attraverso la Campania enologica si potrebbe partire dalla costa e passare all’esplorazione dei prodotti viticoli di quest’area per poi inoltrarsi nell’entroterra e passare alla degustazione delle primizie che quel territorio ci offre. Ma prima è importante dare qualche nota informativa sulla conformazione del territorio e il clima della regione, fattori determinanti nell’ambito della crescita di viti e della conseguente produzione di vino. La Campania ha un territorio dalla conformazione morfologica molto particolare che fa si che si possano creare le condizioni ideali per ottenere dei vini di grande gusto. È una terra ricca di sali minerali dovuti alla natura vulcanica di alcune zone come quella dei Campi Flegrei situata nel nord-ovest della città, inoltre la relativa vicinanza del mare con i meravigliosi paesaggi della costiera sorrentina e amalfitana e di rilievi tra cui il vulcano Vesuvio, sommate a delle condizioni climatiche estremamente favorevoli creano delle ottime basi per la produzione di rossi ben strutturati e delicati bianchi. La regione confina con Lazio, Molise, Puglia, Basilicata ed è bagnata dal mar Tirreno. Il territorio è collinare per il 50% della superficie, montuoso per il 34 % e infine presenta una zona pianeggiata che equivale al 14 % circa della superficie totale.

        Essendo questa sezione dedicata ai vini bianchi non ci si può dilungare sulle tante specialità rosse che questo territorio offre, ragion per cui ci si limiterà in pochi righe ad accennare soltanto alcuni nomi estremamente interessanti che saranno poi approfonditi nella specifica sezione dedicata, appunto, ai vini rossi campani. Tra i rossi più apprezzati come non fare un accenno al Taurasi prodotto nella zona di Avellino, esso è il primo vino meridionale ad avere ottenuto il marchio Docg. Spostandoci nel Sannio si produce un ottimo Aglianico del Taburno rosso Doc, nell’area di Caserta nasce il Falerno del Massico DOC rosso e si può concludere questa breve escursione tra i vini rossi, nella zona di Beneveneto con il Solopaca DOC Rosso.

        La Campania non è soltanto terra di vini rossi. Vi sono numerosi vitigni a bacca bianca nelle sue terre che fanno si che da questi possano essere prodotti degli ottimi vini bianchi. Dei tre vini ad aver ricevuto il marchio DOCG, due dei quali sono dei vini bianchi. Ciò non può non confermare quanto anche questa qualità sia estremamente pregiata. Uno dei due vini bianchi a marchio DOCG è il Greco di Tufo, che ha ricevuto l’ambito riconoscimento nel 2003. Questo vino è prodotto in 8 comuni posti nella zona di Avellino. È un vino che nasce dalla spremitura del vitigno Greco, quello che secondo molti scrittori latini era l’ Aminea Gemina portato in Campania dai greci. Il vitigno era già noto ai latini come Catone e Virgilio che, nelle loro opere, hanno citato più volte il vino che veniva prodotto appunto da questo vitigno. Le caratteristiche organolettiche del Greco di Tufo lo rendono un vino estremamente apprezzato in tutta Italia. Esso è caratterizzato da un colore paglierino intenso nel dorato, un odore netto ma estremamente gradevole e un sapore armonico. Per esaltare tutta la sua essenze può essere degustato in accompagnamento a piatti a base di pesce alla griglia o in zuppa, arrosti, crostacei e frutti di mare, ma si sposa anche molto bene con i funghi porcini. L’altro bianco a marchio DOCG è il Fiano di Avellino. Anche questo è prodotto nella zona di Avellino ma in un’area molto più vasta che comprende circa 26 comuni. È un vino che nasce dalla spremitura dell’omonimo vitigno Vitis Apiana. Il nome latino significa ape ed infatti l’estrema dolcezza di quest’uva attira un grosso numero d’insetti soprattutto api. Per la produzione del Fiano contribuiscono eventualmente altri vitigni come il Greco, la Coda di Volpe e il Trebbiano Toscano, ma le quantità consentite dal disciplinare non devono superare il 15%. Questo vino ha delle proprietà organolettiche inconfondibile che lo rendono uno dei vini più facilmente riconoscibile proprio per la specificità delle sue caratteristiche. Alla vista risulta essere di un colore giallo paglierino, l’odore è gradevole, ma molto intenso e il gusto è inconfondibile: fresco con tracce di nocciole tostate. A tavola si abbina perfettamente con antipasti lussuosi come caviale e ostriche e primi piatti o secondi a base di pesce. È estremamente ottimo anche se gustato con della mozzarella e se invecchiato con del buon formaggio stagionato. Può anche essere servito come aperitivo. Nella provincia di Caserta come non parlare del celebre Falerno del Massicco DOC Bianco. Uno dei vini più antichi della Campania, il più apprezzato dell’antica Roma tanto che i più illustri poeti, da Cicerone a Petronio passando per Marzia le ed Orazio, ne hanno decantato le virtù. Le origini di questo vino sono velate da una urea leggendaria: si racconta che Bacco travestito , per non essere riconosciuto, avrebbe chiesto ospitalità a Falerno, il quale essendo stato estremamente generoso con il dio, sarebbe stato ricompensato con la nascita di viti rigogliose sul monte Massico. Il Falerno del Massicco è un vino la cui produzione è consentita solo in 5 comuni del casertano. Esso si presenta di colore giallo paglierino in cui è possibile riscontrare riflessi verdognoli, l’odore è vinoso e il sapore sapido. Questo vino si ottiene vinificando in purezza uve Falanghina. Si accompagna perfettamente con antipasti e primi piatti a base di pesce e formaggi. Il Solopaca Bianco DOC nasce dalle terre del Sannio in una vasta area di circa 600 ettari che va da Cerreto a Melizzano, in provincia di Benevento, passando per il comune di Solopaca. Questo vino può essere gustato sia rosso che bianco. Il bianco è prodotto circa il 40% di uve Trebbiano Toscano ed è consentito l’aggiunta di al massimo il 20% di Falanghina, Coda di Volpe e Malvasia. Il Solopaca bianco esalta il suo gusto su piatti di pesce comprese le fritture, carciofi, verdure e formaggi. Si potrebbe proseguire per ore a descrivere i maggiori vini bianchi campani, la lista è lunga e oltre a quelli appena commentati si potrebbero ancora citare il Vesuvio DOC, i Campi Flegrei DOC, il Capri DOC, Ischia DOC, il Cilento DOC, il Sant’Agata dei Goti DOC e così via. Insomma, in Campania tra vitigni antichi e quelli di più recente origine si ottengono vini di grande qualità.

        Tra i vitigni più importanti si può ricordare la Forastera, l’Aglianico, la Biancolella, l’Asprinio, la Falanghina e la Coda di Volpe. Tra le migliori cantine della Campania come non citare le Cantine del Vesuvio, la Regina Viarum, le Cantine i Colli del Sannio, Le Vigne di Raito e la Villa Diamante.