Canaiolo

Il vitigno

Il Canaiolo è un vitigno a bacca rossa toscano molto antico, con le prime documentazioni scritte che risalgono al 1300 quando fu descritto da Pier de Crescenzi nel Trattato dell’Agricoltura sotto il nome di Canajuola come vitigno da invecchiamento. Poi viene descritto come vitigno da assemblaggio nelle epoche successive, tanto da essere menzionato nel taglio del Chianti con il Sangiovese, la Malvasia e il Trebbiano, secondo il taglio del Barone Ricasoli. Molte ricostruzioni fanno risalire le sue origini all’antica Etruria, introdotto da terre leggendarie.

Il nome Canaiolo sarebbe di derivazione latina dalla parola dies caniculares, in quanto nei giorni della canicola, come indicavano i Romani a cavallo tra luglio e gli inizi di settembre, i chicchi cambiano colore. Un'altra origine del nome viene indicata da alcuni tracciando la linea dei sinonimi Canina, Cagnina, Uva dei Cani per cui viene indicata la caratteristica profumazione della rosa o dell'erba canina che contraddistingue il gusto amarognolo del vino.

Altri sinonimi utilizzati per il vitigno sono Uva Donna, Uva Merla, Uva Fosca, Caccione, Tindilore e Tindilloro.

La sua coltivazione si sviluppa generalmente in Toscana, regione che nei secoli scorsi la classificava tra i classici con il Sangiovese, specialmente nell'area del Chianti, anche se è diffuso in tutta la regione in piccole estensioni anche in alcune regioni confinanti come la Liguria, le Marche, l'Abruzzo e il Lazio. Il vitigno si presenta con grappoli di dimensioni medie a forma piramidale, con densità medie a spargolo, alati. I chicchi sono sempre di dimensioni medie, sferici e regolari con bucce coriacee blu a sfumature violacee. La spessa bucce è ricoperta di abbondante pruina. Matura a cavallo tra settembre e ottobre, con rese altalenanti e irregolari.

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I vini del Canaiolo

Il Canaiolo può essere vinificato in purezza per dare luogo a vini rubino carico, con corpi molto robusti, un elevato grado alcolico e gusti amarognoli. Ottima la complessità della gamma olfattiva, con belle profumazioni di frutta rossa, in particolare amarena matura, e tocchi erbacei. Spesso presente anche la marasca e alcune delicate note alla vaniglia. Quando assemblato con il Sangiovese questa profumazione viene amplificata dal taglio, per vini che acquistano complessità grazie al vitigno. Il palato si fregia di sensazioni vellutate, con gusti morbidi e molto persistenti, presenti e ben delineati. Oltre alla vinificazione in purezza, il Canaiolo è un'ottima uva da taglio e quindi viene inclusa in molti disciplinari DOC e DOCG toscani come nel DOCG Chianti, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Torgiano Rosso Riserva. È ben presente anche nelle altre DOC al di fuori della regione storica dei Supertuscans come nel Montecarlo DOC, nel Carmignano, nel Colli del'Etruria Centrale e nel San Gimignano. Fa parte anche del Rosso di Montepulciano DOC.

I vini del Camaiolo si segnalano negli abbinamenti con le carni rosse e i funghi, con selvaggina e cacciagione, in particolare con il cinghiale, ma spesso viene abbinato anche con i grandi brasati.


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I produttori

Il Canaiolo in IGT condivide al 50% l'uvaggio con il Sangiovese nel Terrine di Castello della Panaretta, un ottimo ed elegante vino rubino dai bei profumi di viola, lampone, cuoio e tabacco di sigaro, che in bocca però risulta fresco e sapido, con un lungo finale affumicato. Ottimo per la coda in umido. Al 70% con la Malvasia concorre invece per la stessa azienda a vinificare il Vin Santo del Chianti Classico in bianco, di un bel colore oro e ricchi profumi di fichi secchi, caffè, miele e nocciola con un finale mentolato. Palato chiaramente dolce e caldo, ma con tocchi freschi nel finale, per essere abbinato a pasticcini alle mandorle.

Al 15% invece concorre con il Sangiovese nell'ottimo Chianti Terre di Corzano per l'azienda Fattoria Corzano e Paterno, di un bel rubino chiaro e una briosa gamma olfattiva, con mora selvatica e lampone, maggiorana, rabarbaro e carcadè. Sapidità e balsamicità contraddistinguono il palato elegante, ottimo per le bistecche di maiale al finocchio.

Piccola ma significativa partecipazione nel Chianti Classico Riserva di Capannelle, un vino dal colore concentrato e la profumazione complessa. In evidenza la carruba e il succo di mirtilli, con una nota floreale di viole che lascia il posto al tartufo e al sottobosco. Il palato è morbido e dai tannini levigati, con belle sensazioni fruttate e un finale amarognolo. Ottimo con carni elaborate.

Assemblato anche con il Prugnolo Gentile nel De Ferrari di Boscarelli, con ottimi profumi fruttati di rosso e tocchi vegetali prima di chiudere con tabacco e note balsamiche. Corpo consistente ed equilibrato, da provare con le paste al pomodoro.

Aggiunge tocchi di classe al Chianti Classico di Badia a Coltibuono, dal colore ben espresso e i profumi di viola e marasca seguiti dalle erbe e dalle bacche. Palato molto fresco e persistente, da provare con il cappone.




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