Trebbiano Verde

Il vitigno

Il Trebbiano Verde è un clono della famiglia dei Trebbiani ma nettamente diverso da quello che è lo standard, avvicinandosi molto ad un suo omologo regionale. Questo Trebbiano infatti viene considerato un autoctono marchigiano e praticamente un sinonimo del Verdicchio di questa regione, anche se oramai coltivato prevalentemente nel Lazio, nella zona classica dei Castelli Romani. Grazie alle analisi del DNA infatti è stato possibile tracciare questa analogia tra il vitigno marchigiano e il Trebbiano Verde allevato nel Lazio, comprendendo anche il Trebbiano di Lugana e di Soave. Gli ampelografi infatti oramai ritengono i quattro vitigni semplicemente la stessa varieta adattata a quattro diverse zone geografiche e ai loro climi. Possiamo quindi riferirci al Trebbiano Verde come al Verdicchio, pur non avendo la stessa qualità nel vino. I Romani chiamavano entrambi virdis per distinguerle tramite il colore dei chicchi. Questi infatti testimoniano che già dal VIII secolo avanti Cristo vi era la presenza di questo vitigno nelle Marche, in particolare nell'attuale zona di Jesi. Comunque vi sono anche fonti che vogliono il Trebbiano Verde, detto sempre Verdicchio, proveniente dal Veronese come conseguenza della fuga dalla peste nel Quattrocento. La sua presenza oggi coinvolge molte regioni, come da tradizione per la famiglia dei Trebbiani. Il Trebbiano Verde in particolare viene coltivato oltre che nelle Marche anche in Umbria e chiaramente nella citata zona del Castelli sopra Roma, dove in passato rivestiva il ruolo di uva primaria, poi decaduto come conseguenza dell'epidemia di fillossera della metà dell'Ottocento. Oggi le coltivazioni intorno a Roma vengono indicate a Trebbiano Verde, mentre quelle nelle Marche a Verdicchio, anche per distinguere la grande differenza di qualità tra le due, con la varietà marchigiana nettamente migliore.

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I vini del Trebbiano Verde

Il Trebbiano Verde quindi viene sfruttato anche purezza anche se è in assemblaggio che trova i suoi estimatori. Forte è la sua presenza nelle denominazioni della provincia di Roma, come nel Velletri DOC, nel Castelli Romani, nel Montecompatri-Colonna e nel Marino. Qui il vino viene prodotto anche monovitigno con il Trebbiano Verde che regala bei colori paglierini con verdi sfumature. La gamma olfattiva risulta delicata, con chiusure di mandorle amare. Il palato si segnala come asciutto, dissetante e con punte astringenti grazie alla forte acidità. Questa è anche protagonista di un discreto invecchiamento, anche se raramente utilizzato, e della versione spumantizzata. Vi sono poi delle versioni Passito, anche se rare, per la produzione dei vini dolci, in quanto il Trebbiano Verde riesce anche ad appassire discretamente. Nelle versioni asciutte e ferme l'abbinamento è quello classico con il pesce e le verdure. Bene anche con crostacei e molluschi.


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I produttori

Il Trebbiano Verde viene indicato negli uvaggi dei vini laziali, mentre chiaramente nelle Marche, dove la qualita è nettamente superiore, si usano le denominazioni proprie del Verdicchio. Tra i tanti vini segnaliamo ilCerveteri Bianco Viniae Grande, un 50% Trebbiano Verde, 30% Malvasia e 20% di Chadonnay. Il colore è paglierino chiaro, e la gamma olfattiva risulta fresca, con tocchi erbacei di salvia e floreali alla ginestra. La pesca chiude il corredo fruttato. In bocca si esalta sempre per freschezza e sapidità accentuata. Ottimo con la frittata alle verdure.



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