Cortese

Il vitigno

Il Cortese è un vitigno a bacca bianca autoctono del Piemonte, coltivato già da molti secoli nella regione ma anche in Lombardia e in Veneto. Il vitigno entra a far parte dei trattati ampelografici nel 1870 grazie a Demaria e Leardi che ne indicano la coltivazione e l'origine nella provincia di Alessandria. Il vitigno è tra i più importanti bianchi della regione con produzioni di grande qualità nella zona del Gavi. Come molti vitigni venne messo in pericolo dalla crisi di filossera dell'Ottocento, per poi tornare in auge negli anni 50 del Novecento grazie a Mario Soldati. Viene molto sfruttato nell'Alto Monferrato e nelle Colline Tortonesi, dove però incontra problemi di maturazione non riscontrati nel Gavi. In questo caso i vini prodotti non riescono a raggiungere complessità, nonostante mantengano comunque una buona acidità comunque sempre fornita naturalmente dal vitigno. La sua diffusione si è comunque ridotta negli ultimi anni, forse addirittura di un quarto. Il vitigno presenta delle caratteristiche molto apprezzate dai viticoltori, come una buona resistenza e fecondità, una vigoria del tutto propria. Viene coltivato su colline ben esposte, per garantire suoli asciutti, ma non ha problemi di adattamento anche su terreni argillosi, pur preferendo il calcare. Bene anche il comportamento sul tufo. Ottima la resistenza al freddo, anche primaverile, mentre non si segnalano particolari problemi con le crittogame, mentre soffre l'oidio e il marciume. Non ha preferenze nelle forme di allevamento, ma i risultati migliori si ottengono con la potatura corta.

Cortese

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I vini del Cortese

Il Cortese è un vitigno da vinificare in purezza, anche se viene usato anche negli assemblaggi. Regala al vino forti concentrazioni zuccherine, un’alta acidità ma una bassa gradazione alcolica. In genere i vini del cortese hanno profumi leggeri, con palato lieve e morbido. Il migliore è senza dubbio quello prodotto nel Gavi, in Piemonte. Qui i vitigni vengono coltivati sulle colline attorno alla città, che ha dato, grazie a Soldati, inizio alla ripresa del vitigno e alla produzione di un grande vino che fu storicamente il secondo a conquistare la protezione DOCG. Dopo le sperimentazioni degli anni 50 in cui venne impiegata anche la criomacerazione e la barrique, il vino di Gavi viene attualmente vinificato con metodi classici, in cui garantisce risultati migliori. La botte infatti forniva risultati, che seppur buoni, identificavano troppo il vino con il legno, coprendo in questo modo le sue caratteristiche e rendendo il vino troppo simile ad altri di pregio, ben più famosi. Con la riscoperta della vinificazione classica invece, il vino ha trovato una sua identità propria, e non le velleità di imitazione che forniva una volta. Sempre in Piemonte il Cortese ha una sua tipologia monovitigno nell'Alto Monferrato e nel Piemonte Cortese, buoni vini seppur non di pregio come nel Gavi. In Lombardia il Cortese viene vinificato monovitigno nell'Oltrepo Pavese Cortese DOC, sia nelle tipologie fermo, che vivace e spumante. In Veneto invece viene vinificato il Garda Cortese che ha caratteristiche di leggerezza e freschezza. Il fulcro della coltivazione e della vinificazione è il Lago di Garda, il che comprende anche le province di Mantova e Brescia in Lombardia.


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I produttori

vignetiQuando si parla di Cortese, il pensiero va subito al Gavi, e all'azienda La Scolca, erede di Mario Soldati, il rinnovatore di questo vitigno, usato quasi esclusivamente in tutta la sua produzione.

Il vino più prestigioso della gamma è sicuramente il Gavi Soldati La Scolca Brut d'Antan Riserva, superbo spumante aristocratico, con colori venati d'oro e un finissimo perlage nobile. Il naso è pieno di frutta esotica e cedro candito, accompagnati dall'uvetta e dal ginepro finiti da nocciola tostata. Il palato è fresco, generoso e cremoso, di grandissima continuità. Solo con abbinamenti di rango, come i piatti al tartufo, anche se questo vino può reggere qualsiasi confronto.

In Rosato il Gavi Soldati La Scolca Brut Rosé d'Antan Riserva ammette un 5% di Pinot Nero, per assumere i colori del rosa antico, con spuma cremosa e perlage fine. Il naso qui prende molto dal Pinot, con note di ribes e fragoline di bosco. Il palato si distingue per sapidità e persistenza, da provare con la prestigiosa aragosta alla catalana.

In versione ferma La Scolca torna al Cortese in purezza, con un naso fresco di agrumi e mela verde. Il palato è ancora fresco e sapido, ma sempre da abbinare con i crostacei.

Ottimo il Gavi dell'azienda Giustignana, il Montessori in purezza con un olfatto complesso e fine, con aromi di biancospino, glicine, pere e mele, con una chiusura alla mirabella. Il palato è il classico delineato dalla freschezza agrumata del vitigno, con la sua tradizionale vena sapida. Grande vino, in abbinamento con molti vini.

Di spessore e nobiltà anche il Gavi di Bruno Broglia, raffinato e complesso con note di mela, pesca, cedro, ma anche miele e fiori gialli. Qui il palato trova un equilibrio minerale-sapido di ottima fattura, con una chiusura alla pera matura. Da provare con l'astice agli asparagi.




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