Asprinio

Il vitigno

L'Asprinio è un vitigno bianco originario della Campania, dove oggi trova ancora la sua terra preferita in particolare nell'area di Aversa. In alternativa lo si trova comunque abbastanza facilmente nelle province Casertana e Napoletana, fino a sconfinare su pochi ettari della vicina Puglia. Le prime traccie dell'Asprigno vengono rintracciate in rari documenti del 1300 testimonianti la passione che il nobile Roberto d'Angiò aveva nei vini prodotti con l'Asprinio. Per ritrovarlo nella documentazione d'epoca bisogna poi andare al 1804 quando Nicola Columella Onorati lo descriva come una sottovarietà del Greco, erroneamente visto che oggi con la moderna scienza botanica si è appurato con certezza la sua originalità. Infatti i recenti test hanno anche accertato l'infondatezza della parentela presunta con il Pinot francese dovuta alla presenza dell'esercito napoleonico nel Regno “napolitano” ai primi dell'Ottocento. Oggi si ritiene molto più probabile che l'Asprinio derivi invece dalle antiche uve selvatiche dell'Etruria, che questo antico popolo introdusse a Capua. La nuova ipotesi si deve alla somiglianza genetica dell'Asprinio con gli antichissimi Lambruschi oggi ancora presenti in alcune aree del nord dove anche l'allevamento avviene sempre con l'antico sistema del tutore vivo. In questo caso infatti, anche le descrizioni dell'antichità ne parlano come di una specie ben rampicante in simbiosi con gli altri alberi, di cui sfruttava il supporto fino ai 15 metri di altezza. Anche Mario Soldati tramandava l'immagine dei viticoltori intenti a vendemmiare sulle lunghe scale appoggiate ai pioppi e ai gelsi che caratterizzano le campagne del napoletano, e sembrava che fossero questi alberi, e non la vite, a dare vita ai grappoli. E poi lo stesso Saldati ne raccontava anche i pregi una volta vinificati in un bianco leggero e morbido, tonificante e astringente, asciutto e corroborante. Veniva conservato, come oggi, in grotte a 15 metri sotto il livello del mare, in mezzo al tufo che garantisce 13°C costanti tutti i giorni dell'anno. Il gusto secco e astringente dovrebbe aver fornito il nome al vitigno. Attualmente sono ben 22 i comuni interessati dalla coltivazione dell'Asprinio, a partire da Aversa, e dalle zone limitrofe. L'Asprigno è un vitigno dalle dimensioni medie e dalle forme coniche. I grappoli sono allungati, compatti o a spargolo. Anche gli acini sono medi, grigio-verdi e pruinosi. Il vitigno deve essere allevato con potature drastiche a causa della sua alta vigoria. Tra i vantaggi che l'Asprinio offre vi è una grande resistenza alla peronospora e allo oidio, ma soffre molto la tignola. Viene vendemmiato tra settembre ed ottobre.

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I vini dell'Asprinio

L'Asprinio è un vitigno vinificato prevalentemente in purezza e quasi mai per il taglio, in quanto è in grado di fornire vini di buona fattura sotto la propria denominazione istituita nel 1993 per la produzione nella provincia di Napoli e Caserta. Se ne ricavano vini briosi e leggeri, sovente spumantizzati o appena frizzanti, comunque sia sempre molto rinfrescanti. I colori sono sempre sul paglierino verdolino. La gamma olfatti si esprime su toni vivaci e corroboranti, dove limone ed aggrumi in generale la fanno da padrona. Ottima freschezza al palato, asprigno appunto e tonico. Perfetto per la spumantizzazione con il metodo Charmat, i vini dell'Asprinio vanno serviti molto freschi con il pesce sia grigliato che al forno. Un ottimo vino anche per i crostacei e in aperitivo in tutte le versioni. Quando viene vinificato come Spumante Classico sosta per 48 mesi sui lieviti.


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I produttori

grappoli sugli alberiTra i molti Asprinio campani si suggerisce quello di Aversa Fescine di Caputo, un'azienda agricola di Carinaro nel Casertano. Il colore qui è un luccicante dorato con una bella gamma olfattiva agli agrumi e alla pesca. Ottimo il palato leggero ma completo, da provare con l'insalata di calamari.

Ottimo nella provincia di Napoli è il vino di Grotta del Sole con il suo Asprinio d'Aversa Metodo Classico Extra Brut con addirittura 10 anni di invecchiamento. Anche qui il vino si fregia dell'oro nel colore luccicante. La gamma olfattiva oltre ai classici agrumi si ammanta della fragranza del pane e della frutta secca, addolcita dal miele. Palato sublime e cremoso, grazie ai 90 mesi sul lieto. L'equilibrio sapido ne fa un vino di lusso per i crostacei crudi.

Da provare anche l'Asprinio d'Aversa Vigneti ad Alberata, questa volta paglierino anche se ben denso. Ancora agrumi di cedro e limone, con punte di mele. Un vino complesso ma dal palato leggerissimo e incredibilmente fresco, per la mozzarella di bufala. La stessa azienda è protagonista di un Asprinio pieno di erba limoncella e glicine rinfrescati da tocchi minerali e profondi. Ancora freschezza e leggerezza per accompagnare le insalate di mare.




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