Fiano

Il vitigno

Il Fiano è un vitigno a bacca bianca originario della provincia di Avellino. Se ne individua il centro esatto nella zona di Lapìo, ad est del capoluogo. La sua coltivazione è concentrata quasi tutta in questa zona, mentre piccole estensioni vengono segnalate in Puglia e in Sicilia. La sua origine è molto antica e risale all'epoca romana, con due ipotesi principali. Una prima originale provenienza viene ipotizzata dalle popolazioni dei Liguri Apuani, stabiliti sulle Alpi Apuane e sconfitti nel 180 a.C. I Romani eseguirono la loro deportazione di massa, calcolata attorno alle 50000 persone, nell'attuale zona dell'Irpinia. Questi avrebbero quindi introdotto la loro uva, la vite Apuana, che con il tempo avrebbe assunto il nome prima di Apiano, e successivamente di Afiano e in ultimo di Fiano. L'altra ipotesi vede un origine greca della vite con l'indicazione latina di Apis in quanto i dolci chicchi d'uva attraevano le api. Il vitigno ebbe un notevole successo nella regione e oltre in epoca medioevale, tanto che in Puglia le testimonianze indicano l'impianto di più di 15 mila piante provenienti da Cava dei Tirreni ordinata da Carlo II d'Angiò a cavallo tra il 1200 e il 1300.

Alla fine dell'Ottocento il Bollettino Ampelografico ne indica la coltivazione in Irpinia, nel Casertano, in Puglia e in Basilicata. Il vitigno si presenta con dei grappoli di dimensioni medio-piccole a forma piramidale con densità serrata ed un'ala molto pronunciata. I chicchi invece sono di medie dimensioni con forme ellittiche e spesse bucce dorate con poca concentrazione di pruina. Il vitigno ha una vigoria media e una buona fertilità, con una predilezione per i terreni vulcanici. La maturazione avviene a cavallo tra settembre e ottobre. Viene indicato anche con i sinonimi di Fiore Mendillo, Santa Sofia, Minutola, Foiana, Latino Bianco.

Fiano

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I vini del Fiano

Il vitigno riesce a garantire buoni risultati anche sui terreni argillosi, fermo restando la sua predilezione per il territorio natio di origine vulcanica. In Irpinia il clima è particolarmente adatto con freddi inverni e miti estati. Il vitigno viene favorito dalle escursioni termiche tra i 400 e i 700 metri di altitudine a cui viene coltivato. L'Irpinia è un insieme di micro terroir diversi, che regalano molte sfumature al vino a seconda della zona geografica specifica. Nell'area natia di Lapio ad esempio i vini sono equilibrati mentre a Summonte divengono opulenti. La zona di Montefredane invece regala discrete mineralità al vino, mentre quella di San Michele fornisce eleganza e delicatezza al vino. I vini sono comunque nel complesso molto aromatici, complessi e longevi. Generalmente il colore è paglierino e la gamma olfattiva include profumi di pera, spezie e nocciola tostata. Al palato si evidenzia la struttura e le lunghe chiusure. Gli abbinamenti sono con i crostacei, i formaggi molli, i frutti di mare, i primi con pesce e allo scoglio ma anche con carni bianche e selvaggina, pur elaborate e saporite come il coniglio alla cacciatore.

Il Fiano è incluso in molte denominazioni di origine quali il Fiano di Avellino DOCG, il Cilento DOC, Penisola Sorrentina DOC, Sannio Fiano DOC. È presente anche nel Locorotondo e nel Martina Franca DOC. Il vitigno inoltre può essere anche utilizzato per la spumantizzazione. Il Fiano ha conosciuto negli ultimi trentanni vinificazioni sempre più di qualità e sempre più in purezza.


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I produttori

vignetiI migliori produttori che sfruttano il Fiano sono campani. Un ottimo Fiano in purezza viene prodotto dai Viticoltori De Concilis con l'IGT Antece, di un giallo dorato carico, mentre il naso si presenta con un'elegante complessità fatta di ricami di fiori gialli, miele, frutta tropicale chiusi da tocchi minerali. Il palato colpisce per morbidezza, in equilibrio sapido-caldo. Da provare col baccalà alla vicentina.

Di gran spessore il Fiano di Avellino Vigna della Congregazione DOCG, ancora dorato, dopo 8 mesi sui lieviti. Molto aromatico con profumi di pesca in primo piano, tocchi di melone e macchia mediterranea, sentori rocciosi e di crosta di pane. Anche qui al palato si evidenziano morbidezza e sapidità pronunciate su una lunga chiusura. Da provare con il coniglio alla cacciatora.

Di grande levatura il Fiano di Avellino Campore di Terredora, ancora dorato. Qui il profumo spazia dai frutti alle mineralità fino ad arrivare al tostato. Sempre morbido e strutturato, anche questo vino garantisce una persistenza magnifica, per incontrare i formaggi caprini non stagionati.

Poi il Fiano di Avellino Terre di Dora, stessa azienda, stessa personalità. Il colore qui di fa paglierino brillante, con fiori ed erbe aromatiche che si presentano subito al naso, sfumati dalla pera williams. Saporito e strutturato, il palato offre soffici sensazioni e lunghe persistenze, da provare con l'insalata di cappone.

Da Petilia un Fiano di Avellino di grande eleganza, paglierino brillante, e gamma olfattiva complessa, sensuale. Sono presenti la pera e la nocciola, tutti raccolti in gustose mineralità. Tipicamente sapido ed equilibrato, offre emozioni persistenti al palato. Ottimo con i mari e monti.




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