blanc des noirs

Una categoria speciale

A un passo dal Santo Natale e dai festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno, uno dei prodotti più gettonati e caratteristici di questo periodo sarà sicuramente lo spumante: un vero e proprio classico, un simbolo di festa e convivialità e un elemento che non può mancare sulle tavole imbandite a festa. Stiamo parlando di un prodotto che unisce grandi e piccini, perché un sorso di spumante dolce non si può negare ai bambini che lo desiderano (non più di un sorsetto però). Per quanto riguarda gli adulti, e i bevitori più esperti ed abituati, c’è da dire che non molti sono pienamente consapevoli di quello che consumano, e non molti sanno come si ottiene uno spumante e quante tipologie esistono. La maggior parte dei consumatori è convinta che bastino le bollicine a fare un prodotto di qualità. Non è affatto così, e basta inoltrarsi anche solo sommariamente tra i meandri dell’enologia per comprendere quanto vasto sia questo ambito e quanto numerose siano le sorprese possibili. Per esempio, quasi tutti credono che si possa ottenere un vino spumante (bianco per definizione), unicamente spremendo uve a bacca bianca, ma anche in questo caso, non è così.
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Vinificazione in bianco

bottiglia bdn Per strano che possa sembrare, si possono ottenere delle ottime bottiglie di spumante lavorando uve a bacca rossa. Com’è possibile? Si chiederanno molti di voi: è possibile, perché il nodo centrale della questione non è il colore dell’uva , ma il tipo di vinificazione. In questo caso, infatti, le uve nere vengono vinificate in bianco, ossia sottoposte allo stesso trattamento e allo stesso processo previsti per le uve bianche. Ci vuole abilità, certo, il resto poi lo fa il tempo, unito ovviamente alla qualità dell’uva. Una distinzione forse difficile da comprendere e da concepire, ma necessaria per acquisire una maggiore consapevolezza dei prodotti che si consumano. L’elemento essenziale della vinificazione in bianco e del blanc des noirs è proprio l’assenza della buccia, che prima dell’inizio della fermentazione è senza dubbio ciò che riesce a conferire al nostro spumante la colorazione e le caratteristiche predominanti.

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Seconda fascia? No, grazie...

Un dibattito acceso è quello sulle tipologie di spumante che è possibile produrre mediante questo sistema: c’è chi crede che quando si parla di blanc des noirs ci si possa riferire esclusivamente agli Champagne, e chi invece fa riferimento a tutti i vini spumanti. Ebbene, approfittiamo di queste righe per fare chiarezza anche su questo punto: quando si parla di “blanc des noirs” si può alludere a tutti i vini spumanti. Certo, si tratta di una tipologia che affonda le proprie radici nel terreno fertile della zona dello Champagne, ma che da lì è poi arrivata in Itaila, in Europa e perfino in California, dove si producono gli spumanti migliori del continente americano. “Blanc des noirs”: letteralmente “bianco da nere”, sì, ma non nere qualunque, perché l’altro elemento che è necessario sottolineare in questa sede è che la maggior parte dei produttori che si affida a questo sistema utilizza uve Pinot Nero, senza ombra di dubbio le migliori per ottenere un prodotto di elevata qualità servendosi della vinificazione in bianco, ovvero senza buccia. Il termine francese, insomma, non inganni: si producono “blanc des noirs” praticamente in tutto il mondo, anche se non dappertutto si può godere della medesima qualità e della medesima bontà.


blanc des noirs: I segreti di una lavorazione particolare

Un’altra domanda che la mente può suggerire al lettore e all’appassionato è quella relativa al processo di lavorazione: come si articola? Quanto può durare? Quando è necessario togliere la buccia dai chicchi d’uva? Tutte domande giustificate e comprensibili, perché quando si parla della vinificazione in bianco si allude ad un procedimento interessantissimo anche dal punto di vista tecnico ed organizzativo. Gli spumanti “blanc des noirs” vengono prodotti rimuovendo velocemente la buccia dall’uva successivamente alla pressatura: quindi prima si schiaccia l’uva e poi si procede all’esclusione delle bucce. Questa tecnica impedisce al pigmento dell’uva di trasferire le proprie caratteristiche chimiche e soprattutto il colore, a quello che alla fine del processo di lavorazione diventerà il vino spumante. A onor del vero, va detto che un pizzico di colore dall’uva allo spumante arriva in ogni modo, perché malgrado la denominazione, i vini in questione non sono proprio “bianchissimi”, ma variano nel colore spaziando tra diverse tonalità di rosa. Si va dal rosa pallido al color albicocca, ad un salmone gradevole, ma raramente si può parlare di veri e propri vini bianchi. Insomma, un altro tesoro dell’enologia e della spumantistica, un’altra vera e propria “chicca”, una sorpresa piacevole, perché tutt’altro che scontato è pensare di produrre uno spumante di alta qualità servendosi di uve nere. E invece è possibile, perché i tesori di questo splendido ambito sono numerosi e tutti da scoprire. Lo faremo insieme, sulle pagine di questo sito, dove cerchiamo di diffondere una conoscenza stabile in modo, ci auguriamo, gradevole ed interessante.


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