Lambrusco di Sorbara

Il vitigno

Il Lambrusco di Sorbara è un vitigno a bacca rossa autoctono dell'Emilia, appartenente alla grande famiglia dei Lambruschi, di cui rappresenta uno dei generi più antichi. Si pone l'accento sul fatto che la famiglia dei Lambruschi appartiene alla specie della Vitis Vinifera e non alla Lambrusca, famiglia dalla quale non si possono produrre vini. Il nome è di derivazione latina, in quanto la vite veniva indicata dai romani che la indicavano come selvaggia e rigogliosa ai lati dei campi coltivati. L'unione di queste due parole latine, Labrum stante per bordi e Bruscum per campi coltivati, forma dunque il termine Lambrusco con cui si identifcano molte uve di una stessa famiglia. La Lambrusca vitis dunque è un vitigno autoctono della pianura Padana, in particolare dell'Emilia, dovee è stata sempre coltivata e rappresenta ancora oggi un'icona giovanile. Il Lambrusco e l'Emilia infatti sono due nome inseparabili, anche perché il vitigno è coltivata solo in questa regione. Oggi per Lambrusco si indica una famiglia in cui sono presenti numerose specie, tra cui anche il Lambrusco di Sorbara, considerato forse la migliore tra le varie specie della famiglia. Il vitigno fu citato da Andrea Bacci, medico personale di papa Sisto V, che scrisse in pieno Rinascimento un libro molto interessante sui vini, il “De Naturali Vinorum Historia, all'epoca quello che potrebbe essere considerato oggi un best seller. Il Lambrusco è presente in questo libro come coltivato sulle colline modenesi, con profumi e gusti speziati.

Il Lambrusco di Sorbara ha grappoli di medie dimensioni, conici e a spargolo. Anche gli acini hanno dimensioni medie, tondi e blu. Si segnala per una certa sofferenza all'acinellatura in dipendenza dalle annate per una anomalia floreale. Il risultato è la scarsa crescita di alcuni acini e quindi con incidenza sulle rese. Nelle annate più sfavorevoli le perdite secche sui raccolti possono arrivare a quasi il 70%. Resta la grande qualità dell'uva, che viene associata ad altre grandi uve dello stesso tipo come ad esempio il Picolit francese. D'altra parte la bassa produzione non può che favorire la qualità, e il vitigno viene affiancato dal Lambrusco Salamino, per assemblarlo ed aumentare le produzioni. Il Lambrusco di Sorbara ha anche una suo terroir preferito, identificato tra i fiumi Secchia e Panaro, sempre nel Modenese, dove può essere coltivato su terreni alluvionali geologicamente composti da sabbie ad alto contenuto di potassio, molto permeabili. Sugli altri terreni non riesce a trovare la stessa natura geologica, e l'argilla diventa più predominante. Questa nuova caratteristica del terreno però abbassa la qualità e l'aromaticità dei vini, pur rinforzandone il colore.

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I vini del Lambrusco di Sorbara

Il Lambrusco di Sorbara viene vinificato in purezza quando le sue rese lo consentono, altrimenti viene assemblato con il Lambrusco Salamino per riuscire a raggiungere delle quantità sufficienti per le richieste del mercato. I vini in purezza hanno grande qualità, con colore rubino chiaro, dove una volta versato il vino nel bicchiere si forma una delicata spuma rosata. Il naso è fresco, con profumi profondi e semplici ma eleganti. Profumazione primaria è quella della violetta, usuale in questa famiglia. Ottima freschezza anche al palato, il vino si prescelta con un ottimo bilanciamento fresco-sapido, aiutato da una buona acidità che lo rende corroborante. Al palato spiccano i frutti rossi freschi ed aciduli, secchi e leggeri. Sono vini giovani, semplici ma migliori del classico Lambrusco dell'immaginario collettivo, dove questo vino si presenta come una semplice bevanda per giovani, buona per gli aperitivi. Nel Lambrusco di Sorbara infatti troviamo gusti più penetranti, pur restando un vino leggero. Ottima la presenza delle ciliege, delle fragole e di dolce lampone. Il vino ha in se una certa vivacità naturale, e si vinifica sempre come vino frizzante oppure spumante. Il disciplinare del DOC Lambrusco di Sorbara ne prevede l'impiego di almeno il 60%, non potendo dichiarare la purezza a causa della sua povera produttività.

Al di fuori dell'Emilia il Lambrusco di Sorbara sconfina in Lombardia, nel Mantovano Lambrusco DOC, mantenendo gli stessi gusti del suo cugino emiliano. Ma il Lambrusco di Sorbara è presente anche in Trentino nelle denominazioni Casteller DOC, Trentino DOC, Valdadige o Etschtaler DOC, Valdadige Terra dei Forti DOC, e in Piemonte nel Colli Tortonesi DOC. In Emilia Romagna esistono invece le denominazioni del Colli di Scandiano e Canossa DOC, del Colli di Parma DOC, del Lambrusco di Grasparossa di Castelvetro DOC, del Reggiano Lambrusco DOC, del Colli Piacentini Lambrusco Grasparossa DOC e Montericco, del Lambrusco Salamino di Santa Croce e Lambrusco di Sorbara.

In passato esistevano versioni secche del Lambrusco da spumantizzare poi con il metodo classico, prima che negli anni Sessanta del Novecento si iniziasse ad usare il metodo in autoclave per aumentare le produzioni da spedire in America, che visse all'epoca una vera e propria moda del Lambrusco. Questo ebbe un effetto disastroso sulla qualità, con pessimi vini dolci destinati per metà alle esportazioni. Oggi la tendenza è stata fortunatamente invertita e il Lambrusco viene di nuovo vinificato in versione secca per produzioni molto buone dal punto di vista qualitativo.


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I produttori

Sono molte le produzioni che però raramente superano i confini regionali. Segnaliamo Cavicchioli & Figli e il suo Vigna del Cristo, in purezza. Il colore è porpora brillante, e la gamma olfattiva ai fiori di ciliegia e mirtilli. Bocca elegante si deve abbinare al cotechino e al purè.




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