Tintilia

Il vitigno

Il Tintilia è un vitigno rosso autoctono del Molise, regione che ne detiene l'esclusiva della coltivazione e ne ha fatto un segno di riconoscimento regionale molto identitario. In realtà il Tintilia sarebbe un'uva di origine spagnola, e presente nella regione solo dal Settecento, quando i Borboni si imposero in tutto il Meridione d'Italia, grazie alla forte dominazione spagnola dell'epoca sull'Europa meridionale. Il suo nome infatti deriverebbe dallo spagnolo Tinto, parola castigliana per il colore rosso. Comunque la sua presunta autoctonicità si deve allo straordinario adattamento che questo vitigno ha avuto in Molise, che ha offerto un clima ed un suolo particolarmente adatti alla sua maturazione. Oggi il Tintilia, di scarso successo nella madrepatria, trova in Molise la sua perfetta terra d'adozione, tanto che divenne immediatamente il vitigno più coltivato da cui attingere per la produzione di vino. Il suo straordinario adattamento si deve al clima e alle condizioni del territorio molisano, assolutamente favorevoli a quest'uva che ama il freddo e la collina. Infatti questa inoltre ha un'ottima resistenza alla muffa e all'umidità, condizioni sempre presenti nel rigido clima molisano. La sua qualità venne premiata già agli inizi del Novecento, quando vinse la medaglia d'oro del Salone Internazionale di Parigi vinificato nel Sannio Rosso del Molise proprio al debutto del secolo, nel 1900. Successivamente negli anni Cinquanta dello stesso secolo il Tintilia subì un forte declino per la malaugurata tendenza a produrre grandi quantità di vino, pratica che addirittura pose a rischio d'estinzione il vitigno a favore di altre specie dalle rese molto più elevate a fronte delle scarse produzioni del Tintilia. Ma negli anni Sessanta nuove bonifiche liberarono dei territori in cui fu deciso di ripiantare il vitigno, che in questo modo sopravvisse e si espanse di nuovo, aiutato anche dall'istituzione delle denominazioni di origine controllata e quindi al conseguente criterio qualitativo per il giudizio sulle uve piuttosto che quantitativo. Questa scelta riguardò tutti i prodotti tipici locali, che abbandonarono il largo consumo a favore di produzioni più limitate ma decisamente migliori. Così il Tintilia è riuscito a dimostrare il suo grande valore anche nel terzo millennio, risolvendo anche il conflitto con il Bovale sardo, grazie alla prova del DNA, di cui veniva spesso considerato un semplice clone derivato dalle stesse introduzioni nel tardo Rinascimento delle uve spagnole nei territori dominati dalla monarchia iberica. Il vitigno oggi conserva le stesse caratteristiche di scarse rese, ma mentre in passato questo veniva considerato un fattore negativo, la viticoltura moderna ha fatto di questa caratteristica la sua arma vincente, con le basse rese che garantiscono alte qualità in purezza. Questa evoluzione moderna nei gusti dei consumatori ha trasformato il Tintilia da uva da taglio per i leggeri vini provenienti da uve molto produttive e poco adatte al freddo, a strutturato vitigno da vinificazioni in purezza. Il Tintilia infatti fornisce un'ottima struttura nel vino, con corpo pieno e solido. I vitigni utilizzati per le produzioni dal Tintilia sono in genere sotto i 20 anni d'età, con vigneti vigorosi e pieni di forza, dalle basse rese. I grappoli del Tintilia si presentano a spargolo, talvolta alati, di medie dimensioni. Gli acini invece sono piccoli, molto pruinosi. Le bucce sono spesse e questo garantisce la resistenza all'umidità, mentre il colore è un bel nero-blu molto profondo. Le rese sono state leggermente aumentate grazie alla produzione di nuovi cloni, ma restano comunque basse, intorno alle 8 tonnellate per ettaro. Il Tintilia matura tardi e viene raccolto tra settembre e ottobre.

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I vini del Tintilia

Il Tintilia è un'uva che viene tendenzialmente vinificata in purezza negli ultimi decenni, ma non mancano ancora gli assemblaggi con altre uve della zona per dare vita a vini molto interessanti. Si segnala in particolare come uva aromatica e fine, perfetta per gli invecchiamenti, con bei colori scuri, dal rubino denso che finisce sul granata con l'andare del tempo. L'impatto olfattivo è grandioso, con un'esplosione di frutti rossi di bosco e spezie, e un piccolo fondo floreale. Molto presenti i chiodi di garofano e il pepe nero. Come detto il palato si segnala per la buona struttura, ben equilibrata e morbida in particolare nelle versioni invecchiate. Buono anche il corredo tannico, molto presente ma mai spigoloso. L'invecchiamento in legno sta divenendo usuale per questo vino, grazie agli ottimi risultati ottenuti che contribuiscono anche ad ammorbidire la forte acidità giovanile, con vini troppo austeri per essere apprezzati appieno. L'alcolicità naturale riesce a raggiungere i 14% vol, a seconda delle annate, e le chiusure sono sempre molto persistenti e durature. Nel 1998 poi il Tintilia ha iniziato ad essere protetto dalla denominazione DOC Molise Tintilia, che ne ha ulteriormente migliorato la sua qualità. Il suo servizio prevede sempre un certo invecchiamento, anche se i vini giovani, aciduli e freschi, non mancano e trovano comunque estimatori. In questa versione viene servito con il ragù o le paste al forno. Nella versione invecchiata si fa preferire con i brasati e le carni elaborate, oppure grandi formaggi. Per i vini più leggeri si servono grigliate di carne se non addirittura, quando ha 11% vol, con pesce e relative zuppe. La versione invecchiata si serve a 18° C.


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I produttori

Il Molise come sappiamo è una piccolissima regione e quindi sono anche pochi produttori, ma di grande qualità. Di grandissimo rilievo il risultato raggiunto dalle Cantine Cipressi con il Molise Tintilia Macchiarossa DOC in purezza, di granato intenso e naso elegante con i profumi del garofano, del malto d'orzo e delle erbe amare, su un fondo di vaniglia grazie ad un affinamento in legno di 6 mesi. Palato dalla alta tannicità e morbidezza, quasi vellutato per i bei tocchi di glicerina. Ottimi gusti ai mirtilli rossi, lamponi e cioccolata dolce. Perfetto per la coscia d'agnello al lardo e prezzemolo, va bevuto dopo 5 anni d'invecchiamento.

Poi si segnala il Molise Tintilia DOC di D'Uva, rubino brillante e gamma olfattiva alle prugne e marasche acidule, vinoso, con belle dosi di alcol e smalto. Acido e fresco in bocca, ben fruttato con un finale al basilico. Perfetto per la zuppa d'orzo o di farro alla salsiccia e fagioli.




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