Carignano

Il vitigno

Il Carignano è il nome italiano del vitigno francese Carignan, presente nella nostra penisola soprattutto in Sardegna dove trova una delle rare espressioni di qualità enologica, mentre nelle altre nazioni dove è coltivato, raramente riesce a trasformarsi in un vitigno di qualità per la vinificazione. Molto probabilmente la sua origine è da ricercarsi nell'area spagnola di Aragona, anche se qui non è molto diffuso. Viene coltivato anche in America del nord, negli Stati Uniti, con il nome di Carignane, e in Spagna e America del sud con il nome di Cariñena. Ma è presente anche in molte altre aree del Mediterraneo, nonostante la sua scarsa qualità. Il suo impiego infatti è molto legato alle alte rese nonostante non riesca a fornire alcun apporto aromatico, ad eccezione della coltivazione sarda, e abbia anche molti problemi legati al suo allevamento. Il suo successo è nato per motivi puramente commerciali dalla Francia, quando questa perse i territori algerini e dovette sostituire le uve provenienti dall'Africa necessarie per il taglio dei vini e per apportare quantità alle richieste sempre più crescenti di vino da tavola per il consumo quotidiano. Ormai radicato nel territorio, il Carignano, nonostante incontri sempre meno i favori sia dei viticoltori che dei consumatori, rimane sempre un vitigno molto popolare, tanto da essere ancora negli anni 90 del novecento, il vitigno più coltivato di Francia. La sua popolarità in Francia parte infatti dagli anni 60 del novecento, quando l'indipendenza dell'Algeria, principale coltivatore di uve da taglio per la nazione d'oltralpe, mise in crisi una parte della produzione francese che si volgeva alla vinificazione di vini semplici per il consumo quotidiano a basso costo del vino. In Algeria veniva infatti coltivato l'Aramon, vitigno ancor peggiore del Carignan, e in parte per motivi di rivalsa verso l'ex colonizzatore, in parte per la dottrina musulmana che non vede di buon occhio il consumo di alcolici, il paese magrebino smise di essere il vigneto privato francese e i viticoltori dell'esagono dovettero rivolgersi al Carignan e coltivarlo in Francia. Oggi la scelta sembra abbastanza incoerente vista la nuova tendenza alla qualità ottenibile anche a prezzi modesti, ma all'epoca questa apparve la migliore ai francesi di ritorno dal Magreb, costretti a lasciare i propri terreni che già allora producevano circa 14 mila ettolitri di vino Carignano oltre ad immense quantità di Aramon. Ancora oggi il Carignano produce abbondanti quantità di vino algerino. Il vitigno comunque pone anche dei problemi di coltivazione non indifferenti, con alta sensibilità all'oidio, alla peronospora e al marciume, nonché all'attacco dei vermi dell'uva e di altri insetti e parassiti. Il vitigno ha bisogno di continue cure chimiche, tanto da essere considerato uno dei favoriti dall'industria chimica produttrice di diserbanti e pesticidi. Anche la raccolta meccanizzata viene resa difficile dalla forte attaccatura degli acini ai raspi, tanto che il sistema d'allevamento più utilizzato è quello dell'alberello, e non in funzione di una migliore tecnica qualitativa, ma solo per consentirne la raccolta con i macchinari specializzati. Ma le rese costanti, livellate sui 200 ettolitri per ettaro coltivato, la rendono comunque un'uva popolarissima. Questa caratteristica è divenuta fondamentale nel corso del novecento, quando i volumi di vendita del vino sono aumentati vertiginosamente, richiedendo al mercato sempre maggiori quantità anche di livello scadente. Le rese sono anche più alte dell'Aramon, che inoltre risultava più leggero e subì due annate sfavorevolissime nel 1956 e nel 1963 a causa delle gelate. Il germogliamento e la maturazione sono tardive, e questo ne fa un uva prettamente da clima caldo. A partire dagli anni 90 del novecento, grazie alla nuova tendenza delle denominazioni di origine e ad un'attenzione maggiore da parte dei consumatori verso i prodotti di qualità, sono state numerose le iniziative e non per espiantare il vitigno, ma la sua superficie vitata è ancora molto estesa. Nella Francia meridionale, in particolare nel Languedoc-Roussillon dove il vitigno è particolarmente diffuso grazie al clima più caldo, gli ettari coltivati erano ancora 140 mila alla fine degli anni 90, tanto che il vitigno è rimasto nei disciplinari della regione, anche se il suo impiego è sempre più limitato specialmente nelle vinificazioni di qualità del Corbières e del Minervois. Queste vengono sempre più assemblate con i pregiati Syrah e Mourvèdre mentre il Carigna di qualità viene fornito solo da viti molto vecchie in via di scomparsa. Ultimamente il Carignano sta comunque trovando dei vantaggi dalla macerazione carbonica, che riesce ad estrarre aromi che non riescono a presentarsi nelle vinificazioni tradizionali. Qui il vitigno riesce a fornire qualche spunto di interesse e a trovare spazio in vini di qualità migliore. Qui trova il supporto anche di altre uve come il Cinsault e il Grenache che riescono a migliorarlo.

Carignano

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Il Carignano nel mondo

Il Carignano franceseIl Carignano viene coltivato in Spagna, probabile sua patria d'origine, e in passato veniva utilizzato nel taglio del Rioja con il nome di Mazuela. Oggi è la Catalogna la regione in cui è più diffuso, ma se ne trovano estensioni pari ai 12 mila ettari anche in Terra Alta, nei vini di Terragona, Penedés, e Costeres del Segre. In California trova un clima caldo e favorevole alla sua coltivazione, ma le estensioni vitate sono limitate a circa 4000 ettari e in genere va a far parte di tagli più importanti per apportare quantità. Lo stesso si verifica in Messico, ma con estensioni maggiori, mentre in Cile, Argentina ed Uruguay il vitigno è poco coltivato ed importante. Importante invece è la sua diffusione nel caldo Israele, dove sembra più una scelta obbligata e rappresenta la base dei vini della nazione. Piccola presenta ma di grande qualità invece in Sardegna, e in misura minore nel Lazio. Qui il Carignano si presenta come un vitigno di qualità con vini apprezzatissimi e di notevole pregio, frutto di una terra particolare e ricca e di attente vinificazioni spesso ottenute dalla macerazione carbonica che ne hanno fatto un vino rinomato che ha conquistato gli addetti ai lavori e i consumatori. Si distingue come Carignano del Sulcis, perché coltivato solo in questa zona dell'altopiano cagliaritano. Qui la superficie vitata è di circa 2000 ettari.


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I vini del Carignano

Le caratteristiche anonime del Carignano forniscono vini che sono dotati di acidità e tannini, ma mancano del tutto di profumi, gusti e aromi, tanto da risultare una bevanda semplice, colorata e alcolica senza nessun piacere per il palato, tranne che per l'opulento ed ottimo Carignano sardo, l'eccezione che conferma la regola si direbbe nel linguaggio comune. Nelle vinificazioni degli altri paesi inoltre i vini non riescono ad essere consumati giovani a causa dell'elevata acidità e concentrazione tannica, ma al tempo stesso non riescono a trovare alcun miglioramento nell'invecchiamento se non l'attenuazione di questi due fattori che lo rendono un vini bevibile.

Completamente diverso il discorso per i monovitigni sardi, unica eccezione nel mare di banalità del Carignano, con la produzione di vini che hanno spesso conquistato i cinque grappoli dell'Associazione Italiana Sommelier e l'apprezzamento del pubblico. Qui i vini sono fruttati, forti e maturi, con belle evoluzioni spesso su aromi terziari e animali. Il Carignano del Sulcis è vivace e saporito in gioventù ed evoluto e maturo nell'invecchiamento, con bei vini rossi e rosati forti e potenti. Le aperture sono fruttate, spesso di frutti neri maturi in evoluzione, con sconfinamento in aromi floreali di viole e fiori scuri. Ma è la gamma minerale e terziaria a stupire, per forza ed eleganza con presenze di selci o di torrefazione, con evoluzioni animali e di vegetali anche bagnati. I Carignano del Sulcis sono vini di prima qualità, e forse gli altri viticoltori del mondo dovrebbero avvicinarsi a quelli sardi per riuscire a vinificare il Carignan in purezza.


Il Carignano del Sulcis

Carignano sardoI produttori che vinificano il Carignano in Sardegna sono pochi, e tutti concentrati nella provincia di Cagliari, ma i loro prodotti sono di straordinaria fattura, come quelli della Cantina Santadi dell'omonima cittadina. A partire dal grande Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune, un vino aristocratico che travolge i sensi gustativi dell'appassionato, tagliato con appena il 5 per cento di Bovaleddu. Grandissima gamma olfattiva, fragrante e soffice, con presenza di resine balsamiche, linfe, pomodori, funghi, grafite e china. Il palato si fregia di tannini sopraffini, equilibrio e struttura perfetta con una persistenza infinita. Affinato in rovere per ben 16 mesi, va servito con la selvaggina nobile in umido. In purezza assoluta l'azienda vinifica il Carignano del Sulcis Rocca Rubia Riserva, altro vino straordinario e potente, con i penetranti aromi dei fiori macerati, dell'alloro, con la speziatura del tabasco e del ginepro passato al mortaio con fondi affumicati di legna e ancora prugne secche e sfumature minerali. Palato da degustare nel piacere della terra bagnata ferrosa rifinita da tannini perfetti. Sono 20 i mesi di affinamento prima di servirlo con l'agnello alle olive nere e erbe aromatiche.

Un gradino sotto nella qualità, ma sempre ottima fattura sono i Carignano di Sardus Pater, con il vitigno in purezza nel Carignano del Sulcis Kanai Riserva con belle aperture al mallo di noce, alle more di gelso e alle visciole contorniate dalle speziature del pepe su fondi in cuoio e tocchi minerali. Fresco e strutturato, per il capretto al forno. Buono anche il Carignano del Sulcis Is Solus, ad un prezzo assolutamente basso in rapporto alla qualità, dove si godono le belle profumazioni alla fresia, con muschio e amarena. Il palato è in equilibrio con i tannini levigati e la struttura leggera ma solida. Da provare con il pesce spada alle olive.



  • carignano vino Il Carignano è una varietà a bacca rossa forse originaria della Francia, dove è conosciuta con il nome di Carignan, poi
    visita : carignano vino

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