Pignoletto

Il vitigno

Il Pignoletto è un vitigno a bacca bianca emiliano, particolarmente diffuso nell'area geografica relativa a disciplinare dei Colli Bolognesi DOC. Rispetto alle sue origini queste sono state recentemente chiarite grazie alle moderne analisi del DNA in cui si è accertata una similitudine molto forte con il Grechetto di Todi mentre in passato il Pignoletto era associato come parente al Riesling Italico e al Pinot Bianco. Chiarito questo si ritiene quindi il Pignoletto un autoctono emiliano, coincidendo con quelli che sono i primi riferimenti storici al vitigno, contente nel Naturalis Historia scritto da Plinio il Vecchio durante il I secolo dopo Cristo, dove il Pignoletto veniva indicato con il nome di Pino Lieto. A quel tempo la descrizione non fu affatto favorevole verso i vini del Pino Lieto, giudicato come leggero, non attraente e poco dolce, qualità quest'ultima che a quel tempo veniva ricercata. Con la nuova ricerca botanica comunque si pensa che la descrizione di Plinio fosse rivolta proprio al Pignoletto, che a questo punto risulterebbe molto antico, e tra le prime uve coltivate in Italia. Successivamente venne descritto dal Tanara nel 1654, quando veniva presentato come Uve Pignole delle colline intorno a Bologna ne Economia del Cittadino in Villa, trattato specifico sull'agricoltura e sui vigneti.

Il Pignoletto esteticamente ha grappoli di dimensioni medie e forme cilindriche e alate, con densità compatta. Gli acini invece sono di dimensioni medio-grandi. Hanno abbondante pruina sulle spesse bucce, e colori gialli a sfumature verdi. Altra caratteristica è rappresentata dalla scarsa ma lunga ramificazione. Viene coltivato in prevalenza su terreni a presenza argillosa-calcarea, geologia che riesce a far esprimere meglio il vitigno nei vini.

Il vitigno è poco attraente a causa della sua produttività relativamente bassa, anche se molto regolare. Matura tra settembre e ottobre ma con un germogliamento precoce, dopo la metà di aprile, caratteristica che lo pone al riparo dalle gelate primaverili classiche delle colline emiliane. Si alleva con il sistema del cordone speronato e il Guyot.

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I vini del Pignoletto

Il Pignoletto di oggi è molto diverso da quello descritto da Plinio, pur non essendo un'uva reputata tra le migliori. I suoi vini non hanno odori penetranti, ma comunque di buona fattura con strutture leggere ma ben adatte al consumo giovane con tutte le portate della tavola. Va bene infatti con gli antipasti in particolare, ma anche con la carne bianca o i formaggi freschi. I Colli Bolognesi, sua probabile zona di origine, sono ancora la sua terre più adatta, tanto che nel disciplinare ne è prevista la menzione monovitigno dal 1985. Sempre in Emilia viene incluso nel disciplinare del Colli di Imola DOC e del Bianco IGT Emilia. I Colli Bolognesi comunque restano quelli che meglio esprimono il vitigno nel vino, riuscendo anche ad assemblarlo con alcune uve nobili per vini di grande qualità. Il Pignoletto in purezza fornisce vini giallo paglierino chiaro con venature oro o verdi. La gamma olfattiva risulta fine e leggera, con un primo piano di frutta bianca che scivola poi nei fiori bianchi, come il classico biancospino. Se in antichità la vena asciutta del suo palato non era apprezzata, oggi la stessa vena ne fa un buon vino dalla spalla acida ricercata, aiutata da una bella persistenza finale. Oltre alla tipologia fermo, il vitigno si presta molto bene alla spumantizzazione sia con il Metodo Classico che con il Metodo Charmat. Viene vinificato anche Superiore per gradazioni alcoliche di almeno 12% vol.


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I produttori

In Emilia si possono trovare buoni Pignoletto in purezza o assemblati con altre buone uve. Un ottimo esempio di assemblaggio è quello operato con il 15% di Riesling Italico delle Fattorie Vallona nel Per Martina Vendemmia Tardiva IGT, rara passito dal Pignoletto di un oro attraente e un'alta gradazione alcolica. La gamma olfattiva è quella classica dei passiti, con gli aromi di albicocche mature ma anche con freschi tocchi minerali sui fondi mielati e gli agrumi canditi. Palato naturalmente dolce ed equilibrato, tanto da poter essere abbinato agli agnolotti alla zucca. La stessa azienda lo taglia per il 50% con le uve regionali per ottenere il Premeditazione IGT, altro vino di color oro. Ancora sensazioni passite di albicocche secche e mature con speziature dotate di dolcezza e tostature. La vaniglia caratterizza un equilibrato palato, ottimo con la cernia nelle crespelle di ricotta.

In purezza viene invece vinificato dalla Tenuta Bonzara ne il Colli Bolognesi Pignoletto Classico Vigna Antica di buona gradazione. Anche gli l'oro veste il vino, mantenendo all'incirca la stessa gamma olfattiva. L'alcol non pregiudica la freschezza, sostenuta dalla vena minerale che non si spegne nell'affinamento in legno. Ottimo con il coniglio. Fattoria Monticino Rosso invece lo vinifica sotto la denominazione Colli di Imola con belle note di vaniglia e mela. Bel palato dal finale ammandorlato, ottimo con i formaggi freschi e le verdure.




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