Nosiola

Il vitigno

Il Nosiola è un vitigno bianco del Trentino, estremamente raro ma custodito gelosamente nella regione, sua terra d'origine, dove la sua coltivazione riguarda solo qualche ettaro. La sua scarsa importanza è dovuta probabilmente alla leggerezza dei suoi vini, in cui il vitigno non riesce a dare la necessaria struttura, anche se la componente aromatica, sia olfattiva che gustativa, rimane di rilievo. Hanno comunque il vantaggio di essere considerati molto dissetanti, e comunque il vitigno è ritenuto il solo vero autoctono della regione. La piccola area di coltivazione si trova poco distante da Trento, nell'area settentrionale delle Colline Lavisane caratterizzata da pendii ripidi e scoscesi, con una geologia rocciosa e un microclima particolare che conferisce i gusti tipici all'uva e al vino. In particolare ci si riferisce ai venti di aprile e alla particolare esposizione. Il vento è detto l’Ora del Garda, e fa sentire la sua influenza sui vigneti dal primo pomeriggio fino a sera. Un'altra caratteristica del vitigno Nosiola, è che storicamente questo viene coltivato assieme a dei roseti, che una volta avevano la funzione di antiparassitari. Nonostante oggi questa funzione venga svolta dalla chimica, i trentini hanno comunque mantenuto questa tradizione, abbellendo così il panorama. Il sistema dall'allevamento utilizzato è quello della classica pergola trentina, con il Nosiola che viene coltivato su piccoli appezzamenti di montagna a circa 400 metri di quota. Forti pendenze e geologia rocciosa forniscono un microclima asciutto che regala dei vigneti con viti molto cespugliose e dal colore chiaro nocciola molto caratteristico. Questo color nocciola sembra sia all'origine del nome. Il Nosiola ha avuto una buona popolarità fino alla metà del Novecento, e oggi i soli vigneti ancora presenti si trovano nella Valle Sarca e nella Valle dei Laghi, occupando pochi ettari. La causa del suo declino è stata l'introduzione massiccia dei Pinot e degli Chardonnay per la spumantistica e per i vini più corposi da questi prodotti. Ma negli anni 70 la famiglia Fanti ebbe il coraggio di salvare il vitigno dall'estinzione. Oggi quest'uva difficile a causa della maturazione tardiva e della produzione incostante e e insufficiente. Ma produce vini di buona qualità.

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I vini del Nosiola

Il Nosiola viene tradizionalmente vinificato puro, nonostante non riesca a fornire vini potenti. Ne risultano infatti dei prodotti leggeri e poco alcolici, che però risultano freschissimi e di bella acidità. Per questo vengono serviti spesso in aperitivo, grazie anche al sapore fruttato, che ben si abbina anche ai crostacei, alle conchigliacee, in particolare le ostriche, e ai frutti di mare. È infatti un vino delicato che può servire anche per il pesce di lago, i formaggi e le verdure. Riscoperto negli anni 70, i viticoltori locali hanno cercato di proteggere il loro vitigno. In particolare si sono distinti l'azienda Fanti e l’Azienda Vinicola Bolognani. I vini di queste aziende vengono passati in piccole botti nel tentativo di dargli struttura. I vini allora acquisiscono tocchi alla nocciola, da cui dovrebbe derivare anche il nome. Questo passaggio in botte di acacia non deve essere affatto prolungato, in quanto i gusti delicati del vino verrebbero chiusi dai tannini ceduti dal legno. I vini quindi sono da bere in gioventù. Raramente vengono tagliati con un pochino di Chardonnay, che conferisce struttura e potenzia i gusti. Molto più spesso le uve vengono appassite per la produzione di ottimi vini dolci.

Il taglio con lo Chardonnay è previsto anche dal disciplinare di produzione, e questo consente di aumentare le produzioni e l'interesse verso questo vino. Infatti la versione Vin Santo ha conquistato fama, nonostante sia rara da reperire, ed è oramai considerata una tipologia pregiata.


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I produttori

NOSIOLAIl Trentino Vin Santo Emblemi d'Amor di Giovanni Poli è uno dei migliori Nosiola in purezza, con bellissimo vestito ambra e profumazioni intense alle scorze d'arancia, alla caramella d'orzo, ai fiori secchi e appassiti e alla nocciola, con chiusure alle marmellate di pesca. Gran pregio al palato, di consistente crema e una buona acidità, da provare con i formaggi erborinati. Da Francesco Poli un altro perfetto Trentino Vin Santo dove si sprigionano i profumi del miele con tocchi erbacei di tiglio. Poi albicocca appassita e tanti fuori affogati nelle spezie. Chiusure tutte fruttate. A tavola va con lo strudel.

Da Gino Pedrotti ancora un Vin Santo Trentino DOC con tocchi smaltati e iodati, fondi di frutta secca e mela cotogna, con un chiusura ai funghi. In bocca si segnala per la straordinaria eleganza delle spezie e l'abbinamento alla crostata di crema e mandorle.

Ottimo il Trentino Vin Santo della Valle dei Laghi di Pisoni, ancora un vino color ambra dove i profumi si giocano sui fiori e la frutta secca, i funghi e la caramella d'orzo. Bocca vellutata con splendidi gusti agrumati. Un vino aristocratico, unico e di prestigio, ottimo in meditazione.




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