Spumante brut
Che si parli di enologia o che si parli di qualunque altro ambito, se c’è una cosa che è impossibile discutere e confutare sono i gusti personali. Non tutti amiamo ed apprezziamo le stesse cose, e questo può essere soltanto un bene. C’è chi preferisce il vino rosso a quello bianco, chi è un fan accanito del rosato e beve questo indifferentemente su piatti corposi o leggeri. C’è chi rifiuta tutti i prodotti che vengono generati dalla lavorazione dell’uva, chi ama gli spumanti dolci e chi li predilige più amari. Insomma, ognuno ha i propri gusti, e questi non si possono discutere. Niente paura, comunque, è impossibile generare polemiche, perché se rimaniamo in ambito enologico, l’unico che conta in questa sede, ci rendiamo conto ben presto che la produzione di spumante è talmente varia ed articolata da soddisfare gusti ed esigenze di ogni tipo. Abbiamo già visto negli articoli precedenti come vi siano in commercio vini e spumanti di ogni genere: si può scegliere tra millesimati, rosé, naturali, gassificati, spumante, champagne, metodo classico, metodo Charmat, e così via.
A detta di molti, tuttavia, la distinzione più importante da intraprendere quando si parla di spumanti è relativa al dosaggio dello zucchero. Proprio come avviene nel caso del caffè, questa bibita c’è chi la predilige dolce, e chi la adora amara, ma c’è anche chi non la vuole né troppo dolce né troppo amara. Cosa determina il livello di dolcezza di una bottiglia di spumante? Questo compito spetta esattamente al liqueur d’expedition, ovvero a quello sciroppo che viene versato nel contenuto durante le ultime fasi della produzione. E’ importante sottolineare in questa sede che quando si parla di liqueur d’expedition non si fa riferimento ad un prodotto unico a disposizione di tutti, ma ad una miscela decisamente variabile. Ogni produttore ha il suo sciroppo, lo prepara da solo e generalmente custodisce con gelosia la propria ricetta. Si tratta di una regola in vigore fin dal XVI secolo, anche se, naturalmente, tra i produttori autonomi ed amatoriali, tale intransigenza non esiste, e sono molti ad utilizzare la stessa miscela. Tuttavia, salendo di livello si può constatare l’importanza assoluta ricoperta da questo elemento. Altrettanto interessante è notare come il liqueur d’expedition non debba contenere per forza dello zucchero: c’è chi lo realizza con un vino buono invecchiato a lungo in barrique, ma anche giovane, oppure del distillato più o meno vecchio e più o meno dolce. Insomma, ogni impara dalle proprie esperienze ed è libero di fare come crede. Alla bottiglia finale andrà poi l’ardua sentenza.
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Tra tutte le tipologie di bottiglie di spumante che è possibile ottenere dosando diversamente lo zucchero all’interno del prodotto, in questa sede focalizzeremo la nostra attenzione su quella che a detta di molti rappresenta il massimo della finezza ed esalta i gusti di coloro che prediligono lo spumante amaro: si tratta del Brut. Con questa denominazione si fa riferimento alle tipologie di spumante caratterizzate dal più basso tasso zuccherino in assoluto. Abbiamo utilizzato il plurale, poco fa, perché in effetti di Brut non ce n’è uno solo, ma diversi tipi. Il meno dolce in assoluto risponde al nome di Brut Nature, conosciuto anche come Pas Dosé, Brut Sauvage e Dosage zero. Si evince soprattutto da questi nomi la pressoché totale assenza di dosaggio, ovvero di zuccheri provenienti dal liqueur d’expedition. Lo spumante Brut ospita precisamente 3 grammi di zucchero per litro ed è lo spumante meno dolce in assoluto. Chi ama lo spumante secco, ma un po’ meno secco rispetto al Brut, può tuffarsi invece su una bottiglia di Extra Brut: in questo caso parliamo di uno spumante che ospita sei grammi di zucchero al litro e figura tra i più amati in assoluto. E’ perfetto come aperitivo, a fine pasto, ma non sono pochi coloro che lo prediligono in accompagnamento a piatti a base di frutti di mare. Con il prossimo spumante tiriamo in ballo un prodotto assolutamente di alta scuola, uno di quelli che gli intenditori amano come pochi, e che non può non fare capolino sulle tavole imbandite a festa. Se vi piace lo spumante secco, e lo amate soprattutto all’inizio e nel cuore dei pasti, ciò che fa per voi è sicuramente il Brut. Una denominazione che rappresenta più altro una garanzia enogastronomico, un sigillo di gusto ed affidabilità, una specialità che in molti, purtroppo non riesco a capire fino in fondo. Quando si parla dello Spumante Brut si fa riferimento ad un prodotto contraddistinto dai giusti gradi di ogni criterio. E’ dolce e gradevole al punto giusto perché caratterizzato da 15 grammi di zucchero per litro. Ha un perlage fine ed abbondante, e soprattutto, si adatta ad ogni utilizzo. C’è chi lo reputa perfetto per la chiusura dei pasti, specie se abbondanti, chi lo ritiene un vino da desserts, ma a onor del vero, analizzando a fondo le caratteristiche di questo spumante, ci sentiamo di consigliarvi di sorbirlo in abbinamento a piatti leggeri a base di pesce e carni bianche grigliate.
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