Prezzo uva
I prezzi dell'uva, non solo in Italia, sono generalmente stabiliti da appositi consorzi o dalle camere di commercio nel territorio. Questo non significa che essi non siano liberi in quanto si possono sempre e comunque stipulare contratti privati di fornitura e i prezzi stabiliti sono da considerarsi come riferimento per le aste e come prezzi minimi.
Comunque vi sono tutta una serie di considerazioni che vengono fatte quando si deve stabilire il prezzo dell'uva, sia nella contrattazione privata che in quella pubblica.
La varietà di uva e i suoi fini sono sicuramente il primo fattore determinante per decidere il prezzo dell'uva. Certamente il prezzo dello Chardonnay, un uva considerata nobile, sarà maggiore di quello del Verdeca, uva scialba e neutra che viene tagliata o utilizzata per la produzione di basi per il Vermuth. Un'uva nobile destinata a produzioni protette e di chiara qualità avrà dei prezzi superiori a quelle da taglio o comunque di bassa qualità aromatica e vinifica.
Poi vi è il territorio di coltivazione, come intuibile dalla frase sopra, a incidere sul prezzo. Un'uva coltivata in un territorio protetto e destinato a produzioni di qualità sarà certamente più costosa di un'uva coltivata in aree geografiche non protette dalla legge e destinate a produzioni di pronta beva quotidiana, di basso livello. Chiaramente questo assioma non è sempre vero, in quanto non è nemmeno raro che alcuni produttori di grande livello preferiscano non utilizzare la produzione della legge per evitare vincoli troppo ristretti riuscendo comunque a produrre grandi vini grazie alla loro passione e alla loro professionalità. Alcuni produttori francesi di grande fama infatti producono ottimi vini sotto la generica denominazione
Vin de Pays, la nostra
vino da tavola, in quanto questo consente loro assemblaggi e lavorazioni proprie e personali che riescono comunque a fornire non solo grandi risultati, ma anche a permettere ai vinificatori di custodire gelosamente i loro segreti produttivi.
Questo perché ad incidere sui costi vi sono anche i vari disciplinari di produzione che vincolano le produzioni in molti aspetti, come l'esposizione e la posizione dei vigneti, ma anche le rese e le densità di coltivazione. Chiaramente questi vincoli aumentano la qualità ma un produttore attento conoscitore del proprio vigneto sa cosa fare per ottenere un gran vino dal proprio vigneto nel caso volesse lavorare in qualità.
Vi sono infine i fattori climatici che incidono sulla qualità e sulle rese delle uve, che variano annualmente incidendo sul prezzo. Le uve da vino comunque sono chiaramente piu costose di quelle da tavola.
Tutte queste considerazioni portano a stabilire i prezzi delle uve annualmente, mentre la contrattazione privata, pur influenzata da questi medesimi fattori, rimane un accordo tra due o più soggetti giuridici ed economici in cui le variabili di prezzo possono comunque essere diverse.
Attualmente possiamo comunque dare un'indicazione generale sui prezzi a partire dalle uve per il vino da tavola di bassa e media qualità che si aggira attorno ai 40 centesimi al chilogrammo. Questo significa che successivamente ai processi di lavorazione e alla vinificazione, calcolando che è possibile ottenere in queste condizioni una bottiglia di vino da 75 cl da un chilo di uva, il prezzo di questo vino potrebbe aggirarsi tra i 2 e i 2,50€. Questo calcolo viene fatto approssimativamente in condizioni di commercializzazione immediata, in cui i costi di conservazione e le spese della cantina sono molto ridotti.
Diversamente avviene per le produzioni più pregiate, dove la differenza tra costo al chilogrammo dell'uva e quella del prodotto finale è molto più ampia.
Ad esempio un chilogrammo di uva proveniente dalla Franciacorta e destinata alla produzione di questi famosi spumanti è di circa 1,50€, ma una bottiglia di questo vino costa da un minimo di 15€ fino a prezzi di molto superiori. In questo caso si deve tenere in considerazione la minore resa in vino delle uve, stabilita dal disciplinare, e i diversi metodi di lavorazione, in particolare il metodo classico di spumantizzazione con la seconda fermentazione in bottiglia, che dilatano di gran lunga i tempi di commercializzazione e le spese di cantina, manodopera inclusa.
Anche le uve destinate alla produzione di Chianti si aggirano sul prezzo di 1,50€ al chilogrammo, mentre per il pregiato Nebbiolo, da dove si vinifica il famoso Barolo, servono 2 euro per chilo.
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Le uve più costose del mondo sono invece quelle per la produzione di Champagne, decise da un'apposito consorzio, che si aggirano sui 4 euro al chilogrammo e possono arrivare tranquillamente ai 6 euro per le uve provenienti dai Cru migliori. Anche i Cru vengono decisi dal consorzio, con una revisione ogni cinque anni che tiene conto del livello qualitativo in questo arco temporale. Quindi gli Champagne hanno già un prezzo molto alto per la materia prima base della produzione. Se a questo aggiungiamo i metodi di lavorazione e i vincoli dei disciplinari che impongono rese in vino di 10 cl per chilo di uva, possiamo dedurre le ragioni dei prezzi così alti di questo prodotto.
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