I bicchieri da vino

Introduzione ai bicchieri da vino

La sola idea di poter apprezzare un vino, con le sue espressioni cromatiche nel gusto e le proprietà organolettiche, senza l'utilizzo corretto dei bicchieri è qualcosa di utopico.

Nel vino nulla è lasciato al caso; ogni singolo dettaglio è appositamente pensato per creare poi un prodotto armonico, a partire dalla conservazioni nelle botti, ove persino la scelta di un particolare legno può rivelarsi fatale o decisiva (nella miglior accezione possibile) per un ottimo risultato.

Pretendere quindi di degustare un vino senza un bicchiere adeguato è del tutto impossibile, in quanto solamente quest'ultimo è capace di consentire al vino la massima espressione delle qualità.

Per bicchiere dunque, aldilà della conoscenza comune, si intende quel prezioso, preziosissimo oggetto di vetro (bene) o di cristallo (meglio) che consente al vino di sprigionare tutti i componenti organolettici, a partire dall'aspetto e dal colore fino ad arrivare al gusto e al sapore, quindi agli aspetti fondamentali.

Ogni vino dispone di caratteristiche assai diverse.

Potremmo complicare ulteriormente questa concezione ricordando come, nonostante siano in pochi a saperlo e ad ammetterlo, che ogni singola bottiglia è una cosa unica ed irripetibile: medesima cantina, stessa etichetta ed anno di produzione, non garantiscono l'uguaglianza di un vino, anzi.

Ogni bottiglia 'cambia sapore' seguendo diversi fattori, come addirittura l'umore del bevitore, il ricordo di un particolare frangente e così via.

Detto ciò, è facilmente intuibile come ogni vino necessiti senza via di mezzo di un servizio non solamente adeguato, ma su misura per egli stesso.

Si parte dalla temperatura del vino fino alla conservazione, per poi arrivare al momento clou, ovvero quando il vino, quivi inteso come prodotto di un lavoro estenuante e minuzioso.

La realizzazione finale, a volte, di anni estremamente laboriosi.

Il bicchiere, in definitiva, è l'ultimo viatico per un amplesso di sapori.

Ogni bicchiere ha caratteristiche e forme diverse, progettati e creati appositamente per specificare ogni caratteristica del vino, per valorizzarne ogni aspetto e per rendere la bevuta una esperienza degna di nota.

Da questo non si può prescindere.

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Forme e materiali

bicchieri vino biancoCome abbiamo già accennato, esistono diverse forme e materiali che compongono un normale 'set', per così dire, di bicchieri da vino.

Capita talvolta di dover assistere, anche da parte di eminenti aziende operanti nel settore, ad alcune scempiaggini estetiche, come il decoro inutile dei bicchieri con motivi floreali, lineari o addirittura etnici.

A parte l'inutilità di tutto ciò, una decorazione estetica influisce a livello visivo sul contenuto del bicchiere, spesse volte impedendone una degustazione corretta.

La prima caratteristica che un buon bicchiere infatti dovrebbe avere, è una colorazione estetica mai densa, bensì sempre trasparente (al bando dunque le decorazioni - ndr), incolore e capace di risaltare i colori del vino.

La seconda regola è che il bicchiere, affinché il vino possa esprimersi al meglio, deve o meglio dovrebbe essere di cristallo, nonostante spesse volte, anche in luoghi e wine-bar insospettabili, questa norma non venga seguita in maniera così integerrima.

Se non cristallo puro, dal costo decisamente alto, è preferibile optare per il mezzo cristallo ed il vetro sonoro superiore.

Non è raro che i bicchieri di cristallo autentico, data la loro eleganza ed il fascino del quale sono dotati, vengano regalati o acquistati per essere messi in bella mostra nelle vetrine.

I motivi, sostanzialmente toccano i due problemi più comuni: la fragilità tipica del cristallo ed il costo elevato.

Un connubio di elementi che ne sconsiglia a tanti l'utilizzo.

Nonostante non siano una prima scelta, le alternative di cui sopra non sono assolutamente dei veri e propri ripieghi: l'importante è che lo spessore reale del bicchiere sia fine, addirittura preferibilmente sotto il millimetro.

Del resto uno spessore maggiore risulterebbe assai fastidioso a tutti i sensi umani, partendo dalla vista, fino ad arrivare al tatto e comprensibilmente alle labbra.

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Le parti che compongo un bicchiere da vino

bicchiere di vinoNonostante, come abbiamo ricordato in precedenza, ogni bicchiere debba avere le proprie unicità caratteristiche per rivolgersi ad un determinato vino, c'è una base stabile, un minimo comune denominatore che accomuna ogni tipologia di bicchiere: la forma di calice.

La base dovrebbe sempre essere sufficientemente alta per consentire l'appoggio del bicchiere in qualsiasi modalità, continuando poi in n lungo gambo fino ad arrivare alla forma del corpo, che è ciò che poi differenzia ogni bicchiere dall'altro.

Se la base "a cialda" è basilare, la lunghezza del gambo è invece una variabile.

Possibilmente sia esso abbastanza lungo da evitare l'eccessiva vicinanza della mano sul corpo, rischiando un'alterazione della temperatura del vino e una confusione degli aromi al naso.

Proprio per questo motivo, la corretta impugnazione del bicchiere nasce da questi presupposti: si afferra e va mantenuto nella parte inferiore del gambo, appena sopra il disco circolare sul quale poggia il calice stesso.

Un errore comune è quello di tenere il bicchiere per il corpo, compromettendo così l'immediata bevuta.


Considerazioni generali

bicchieri da vino Per introdurre le varie tipologie di bicchieri da vino, è necessario un breve preambolo: per via dello studio del vino, a tutti i livelli, che è stato messo in atto negli ultimi due decenni, ogni tipologia di vino (bianco, rosato, rosso, liquoroso e spumante - ndr) è stata analizzata con circa 4 bicchiere per ogni classe.

Ciònonostante, non è assolutamente indispensabile per un comune o medio bevitore disporre di tutti i calici dei quali ci accingiamo a parlare.

Tre o quattro bicchieri, o meglio cinque, uno per tipologia di vino, saranno più che sufficienti, in quanto le caratteristiche organolettiche faranno comunque la loro parte.


I bicchieri da vino bianco

Per cominciare, iniziamo col dire che i vini bianchi e rosati, esigono sostanzialmente le stesse tipologie di bicchiere.

Quanto detto sul vino bianco varrà in maniera molto similare anche per il rosato, con qualche differenza che andremo ad illustrare nel dettaglio.

Partiamo dai vini bianchi, categoria che possiamo distinguere in due tipologie principali e contrapposte: quelli giovani e freschi, e quelli corposi e maturi.

Il bicchiere per i vini bianchi giovani e freschi, ha la caratteristica di allargare l'apertura rispetto al resto del corpo.

Questo perchè, quando il vino si introduce nella bocca, la particolare ala superiore dirige il prodotto nella punta della lingua, notoriamente più sensibile nel recepire gli odori ed i sapori.

Da un punto di vista olfattivo, la forma aperta consente una esalazione pressoché totale dei profumi verso il naso, favorendo così la percezione di tutti gli aromi dei quali si compongono i vini giovani.

Per i vini bianchi definiti corposi e maturi, il corpo del calice è decisamente più largo e con un'apertura maggiore rispetto a quello precedente, così da permettere una percezione complessiva nei vini maturi, decisamente più complessi dei novelli.

Grazie all'apertura uniforme, il vino sarà diretto verso i lati posteriori della lingua, ed a risaltare sarà la morbidezza.


I bicchieri da vino rosato

I vini rosati, anch'essi divisi in giovani - freschi e corposi - maturi, necessitano invece di due diverse tipologie di bicchiere dai vini bianchi.

Per quanto riguarda i vini rosati giovani e freschi, troviamo anche qui un'apertura allargata che dirige il nettare sulla punta della lingua.

La seconda caratteristica di questo bicchiere è il corpo decisamente largo.

I vini rosati maturi e corposi richiedono, per una massima degustazione del vino, una forma nel corpo ancora più larga.


I bicchieri da vino rosso

I vini rossi, ovviamente, meritano delle considerazioni a parte.

Innanzitutto proprio a partire dalla divisione di questa tipologia: troviamo vini rossi giovani, vini rossi corposi (o maturi) e vini rossi molto maturi.

Tre distinzioni di carattere specifico alle quali corrisponderanno però quattro serie di bicchieri, in quanto i vini rossi molto maturi hanno due varianti, ognuno per esaltare caratteristiche diverse del prodotto.

Partiamo dai vini rossi giovani.

Il bicchiere adatto in questo caso è sostanzialmente il medesimo usato per i vini bianchi di stampo corposo, maturo, e quindi non è affatto sbagliato utilizzare lo stesso bicchiere.

Non è un caso, infatti, che un vino giovane, pieno di componenti tanniche ed acide al gusto, vada distribuito in bocca stimolando le parti interne piuttosto che la punta della lingua.

Il bicchiere adatto per i vini rossi normalmente corposi (o maturi) è simile a quello per i novelli rossi, anche se le differenze sono nell'altezza (più tendente verso l'alto) e la larghezza del corpo (minore).

Per i vini rossi corposi ed estremamente maturi, come già detto in precedenza, possiamo citare due varianti principali, ognuna di essere mirate ad esaltare particolari caratteristiche del vino rosso.

Il primo calice, ha la caratteristica di essere di grandi dimensioni, con un gambo notevolmente lungo ed un corpo molto ampio; gli effetti benefici, stanno nella corretta ossigenazione in bicchiere di quei vini rossi affinati per periodi estremamente lunghi all'interno di bottiglie, con la conseguente morbidezza assunta dal tessuto tannico.

L'ampia forma, consente inoltre di evitare la decantazione del vino.

Data l'ampiezza della pancia del calice e la forma particolarmente grossa, il vino è in grado di subire una adeguata ossigenazione, sviluppando così tutta la complessità degli aromi più complessi e difficili (detti terziari), che verranno dunque concentrati nel lato più stretto.

Un bicchiere da queste caratteristiche, sarà più che utile per avvicinarsi a vini con uve molto pragmatiche come il Cabernet Sauvignon, tanto per citarne uno su tutti.

La seconda variante per i rossi molto corposi, riguarda un calice che tende ad aprirsi nella parte superiore dell'apertura.

Una caratteristica che dirige il liquido sulla punta della lingua, ovvero la parte che più si rivela sensibile al captare aromi e dolcezze floreali di un vino.


I bicchieri da vini dolci e liquorosi

Per i vini dolci e liquorosi, distinguiamo due categorie.

I vini dolci e passiti, (tra i quali il più noto è quello di Pantelleria) richiedono un calice di dimensioni piccole ma non estremamente, con corpo discretamente ampio e apertura stretta in fondo, al confine del gambo, per concentrare gli aromi.

Ovviamente, la piccola dimensione del bicchiere suggerisce un dosaggio di vino inferiore.

Per i vini liquorosi, come il Marsala e il Porto, la differenza è notevole.

Il corpo si presenta molto più allungato, per la corretta esalazione degli aromi, e con un'apertura accentuata per indirizzare il vino liquoroso sulla punta della lingua.


I bicchieri da vino spumante

L'ultima tipologia da analizzare, è quella dei bicchieri per vini spumanti.

Per quelli prodotti con Metodo "Charmat", troviamo un mezza - flûte, classico calice con corpo piuttosto stretto e sviluppato verso l'alto, per favorire lo sviluppo degli aromi.

Si tratta di un bicchiere adatto per i vini spumanti di tipo secco, ovvero di quelli prodotti con metodo Charmat o Martinotti, dove le bollicine sono più grandi rispetto ai prodotti ottenuti con metodo classico.

Quest'ultimo vino spumante, richiede invece il classico flûte, con gambo più lungo, corpo più stretto ed altezza maggiore rispetto al precedente.

Per gli spumanti maturi, è indicato un flûte con pancia più ampia ed altezza simile al normale flûte per spumanti prodotti con metodo classico.

Per gli spumanti dolci ed aromatici, il bicchiere è un classico pezzo di moda, tra i più rinomati esteticamente parlando.

Si tratta della classica coppa, che riesce ad integrare al meglio quei vini spumanti particolarmente dolci ed aromatici come l'Asti spumante, che con la carica aromatica insita nella sua natura, richiede un'apertura molto largo per migliorare l'aromaticità primarie e dare spazio agli aromi secondari dell'uva.




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