Vino bianco trentino alto adige

Il Trentino Alto Adige è una delle regioni poste più a nord dell’Italia. Da sempre simbolo di multiculturalità per l’incontro di diverse lingue, diverse culture e diverse nazionalità, soprattutto italiana e tedesca. Un territorio affascinante e molto esclusivo, montuoso per la quasi totalità, ed un clima essenzialmente montano, fatta eccezione per il microhabitat che circonda il lago di Garda, sono i fattori principali dell’importante tradizione viticola di questa regione. Pur confinando con le più grandi produttrici di vino come il Veneto o poco più distante il Piemonte e la Toscana, il Trentino ha saputo farsi largo nel tempo tra le migliori offerte di bianchi e rossi, guadagnandosi un posto esclusivo sul mercato internazionale dei vini color paglierino e soprattutto tra le preferenze dei consumatori. Il Trentino Alto Adige è un eccellenza del settore se si conta che il 70% circa dei vini prodotti posseggono il marchio DOC. La regione vanta, ... continua

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        prosegui ... , infatti, 7 vini a denominazione d’origine controllata DOC e 4 vini a indicazione geografica territoriale IGT. È importante sottolineare però, che il ministero delle Politiche Agricole sta valutando la possibilità di riconoscere il Vino Santo Superiore come primo vino a denominazione d’origine controllata e garantita DOCG.

        Le aziende e i consorzi che stanno alla base delle produzione vitivinicola trentina sono d’accordo nell’incentivare soprattutto la produzione di vini bianchi, in modo che questa varietà possa affermarsi sul mercato internazionale come un’eccellenza della regione. A tal fine su una superficie vitata che conta 14.000 ettari, ripartiti tra le provincie di Bolzano e Trento, il 55% circa di essa è riservata a vitigni autoctoni o stranieri a bacca bianca. Tra i più coltivati ritroviamo gli alloctoni Chardonnay, Pinot Bianco e Grigio, Müller Thurgau, Sauvignon Blanc e Riesling Renano, a cui va aggiunto l’autoctono a bacca bianca Nosiola, utilizzato come base non solo per i vini e per il Vino Santo, ma anche per le grappe, altra specialità della regione. Seppur non in maggioranza, sono presenti sul territorio anche i vitigni a bacca rossa tra cui gli internazionali Cabernet, Merlot e Pinot Nero e gli autoctoni Marzemino, Teroldego, Schiava e Enantio. Oltre al “tradizionale” vino bianco e alla grappa, il trentino rappresenta il fiore all’occhiello anche nella produzione di spumante indicato soprattutto con la denominazione Trento DOC.

        Da un punto di vista storico, se volessimo rintracciare l’origine della tradizione viticola trentina dovremmo ritornare indietro nel tempo di molti secoli a testimonianza che la vite è sempre stata presente sul territorio. Ciò nonostante, i primi a diffondere la cultura del vino, che non passa solo per la sua produzione ma anche e soprattutto nell’apprezzarne il gusto e le qualità, sono stati tre popoli: gli Etruschi in Trentino e gli Illiri e i Reti in Alto Adige. Seppure, nella regione, soltanto con i Romani inizia una vera e propria produzione “intensiva” della vite volta alla soddisfazione del fabbisogno di un territorio molto più esteso del solo Trentino, ovvero dell’Impero intero, i Reti sono stati fondamentali per la diffusione di nuove tecniche di lavorazione che riguardavano soprattutto il deposito del vino nelle botti di legno, tecniche che furono riconosciute e applicate anche dai Romani stessi. Questi ultimi contribuirono alla diffusione dei prodotti viticoli trentini con la costruzione di vie di comunicazione che fecero si che essi potessero essere diffusi anche nell’Europa continentale, arrivando perfino alla corte imperiale durante il medioevo. Quando il Sud Tirol fu conquistato dagli Asburgo, la viticoltura della regione conobbe un periodo assolutamente favorevole in quanto fu estremamente incentivata dalla corte. Con la prima guerra mondiale la regione del Sud Tirolo diventò territorio italiano e cominciò una crisi che ebbe termine soltanto durante gli anni settanta, quando si cominciarono a porre le basi per il settore viticolo che conosciamo oggi.

        Sul piano pedoclimatico, il Trentino Alto Adige presenta tutte le carte in regola per la produzione di vini particolari dalle caratteristiche organolettiche mai più legate alla terra di origine. Le ragioni risiedono in una superficie quasi completamente occupata da rilievi, montagne o colline e da un clima che può essere diviso in due aree: alpino sui rilievi e nei fondovalle e sub mediterraneo nell'area del lago di Garda. I vigneti sono distribuiti così su tutto il territorio, predominando però in collina e in fondovalle.

        Come precedentemente detto, il Trentino Alto Adige produce sette vini a marchio DOC e diversi IGT. Tra i vini DOC ritroviamo i rossi Caldaro o Lago di Caldaro, Casteller, Teroldego Rotaliano e i bianchi Trentino Bianco DOC, Trento Bianco DOC, Valdadige Bianco DOC e l’Alto Adige disponibile in diverse varianti. Tra gli IGT di grande valore sono il Marzemino, il Lagrein, la Nosiola, il Sylvaner, il Muller Thurgau ed altri ancora. A questi vanno aggiunti le specialità della regione Vino Santo per cui si attende il marchio DOCG e la grappa.

        Il Trento DOC è il primo spumante italiano nato come risposta allo Champagne francese. Tutto è nato da un’idea di Giulio Ferrari, il quale voleva dimostrare che anche dalle uve cresciute nel trentino era possibile ottenere un prodotto lavorato con il tipico Metodo Classico che potesse tenere testa allo, già famoso, Champagne. Nel 1993 il Trento Bianco ottiene il riconoscimento DOC e diventa, dopo lo Champagne, la prima DOC prodotta con Metodo Classico. Per Metodo Classico s’intende una lavorazione più complessa volta alla produzione di spumanti di grande gusto. Essa consiste nella rifermentazione del vino in bottiglia dopo l’aggiunta di lieviti e zuccheri. Questa fase viene, poi, seguita da un periodo di riposo di almeno 15 mesi, successivamente vengono eliminati tutti i residui lasciati inevitabilmente dalla fermentazione e infine il vino viene sigillato. Da questa complessa lavorazione ne deriva un vino dalle caratteristiche uniche. Esso si presenta con un colore giallo paglierino che diventa un giallo più scuro nella versione “Riserva”a cui va aggiunto un perlage fitto e preciso. L’odore è delicato e fruttato con una impercettibile nota di pane appena sfornato e il gusto è secco all’impatto per poi divenire equilibrato dopo. Il gusto si estende con le sue note fruttate e persistenti. Il Trento DOC è un vino di gran qualità e come tale può essere servito a tutto pasto. Esso può infatti, abbinarsi alla cucina mediterranea con le sue carni bianche, il pesce e le verdure. Ottimo anche con formaggi poco stagionati. Nella tipologia demi-sec può accompagnare dolci e dessert.

        Il Trentino Bianco DOC è prodotto nelle provincie di Trento autorizzate dal disciplinare di protezione. Si tratta di un vino tranquillo apprezzato per la sua semplicità. Ne esistono diverse varianti tra cui bianco, rosso, rosato e i vini monovarietali indicati con il nome del vitigno che ne rappresenta la base principale. Trentino Bianco DOC è prodotto con l’utilizzo di uve provenienti da vitigni a bacca bianca Chardonnay e il Pinot Bianco, con l’eventuale aggiunta di Sauvignon, Müller Thurgau o Manzoni Bianco secondo le disposizione del disciplinare. Nella versione bianco presenta un colore giallo paglierino, un odore gradevole e leggero e un sapore armonico con una appena percettibile nota di legno. Il Trentino Bianco DOC deve essere servito in accompagnamento a primi di pesce e verdure, così come formaggio poco stagionato e minestre.

        Il Valdadige Bianco DOC è un vino estremamente forte e corposo prodotto nelle aree di Trento e Bolzano ma molto diffuso anche nel Veneto. Esso è prodotto con uve provenienti dai vitigni Pinot Bianco, Pinot Grigio, Riesling Italico, Müller Thurgau, Chardonnay con l’eventuale aggiunta di ulteriori uve a bacca bianca autorizzate dal disciplinare per la protezione come Trebbiano Toscano, Nosiola, Sauvignon e Garganega. Oltre alle DOC Valdadige Rosso e Rosato, esistono anche le varianti Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Schiava prodotte rispettivamente con una base del vitigno Chardonnay, Pinot Bianco e grigio e Schiava. Per quanto riguarda il Valdadige Bianco, questo vino presenta un colore giallo paglierino, un odore vino e caratteristico e un sapore armonico e moderatamente acido. Accompagna in maniera eccellente piatti a base di pesce, formaggi magri ma se si preferisce può essere bevuto a tutto pasto.

        Tra i maggiori vini a marchio IGT , estremamente apprezzati anche se non ancora riconosciuti DOC non si può non menzionare il Nosiola che nasce dall’omonimo vitigno Nosiola, uno dei vitigni a bacca bianca autoctoni più diffusi della regione, anche se la sua area specifica è la valle Sarca . Esso viene coltivato nella maggior parte delle aree viticole del Trentino, soprattutto nelle aree collinari. Con le uve del Nosiola si ottengono gran parte dei vini del Trentino Alto Adige ed è soprattutto la base del vino di cui porta il nome. Il vitigno Nosiola, inoltre è la base da cui si ottiene il vino dolce San Vito. Il nome Nosiola deriva da nocciola ed infatti il vino che si produce da questa qualità d’uva ha un leggero retrogusto di noccioline tostate. Si tratta di un vino che va bevuto giovane perché solo così se ne può assaporare tutto il gusto.Il Trentino Alto Adige deve la sua forza a tutte le cantine e alle imprese presenti sul territorio che si occupano di trarre il massimo della qualità dai vini di loro produzione. Tra le principali cantine che troviamo nella città e nella provincia di Trento sono le cantine Marchesa Pallavicino, Maso ai Dossi, Viticoltori in Avio, la Cantina Sociale di Mori Colli Zugna, Cantina d'Isera, mentre nella provincia di Bolzano troviamo le cantine Ramoser Georg Untermoserhof, Cantina Produttori Cortaccia, Baron Widmann, Cantina Convento Muri – Gries.