Innesto uva

L'innesto

L'innesto è una tecnica molto antica utilizzata in agricoltura e in floricoltura per riprodurre, o per meglio dire moltiplicare, le piante adulte di tipo legnoso. Non si tratta di una nuova pianta completa, ma dell'innesto appunto di una parte di una varietà su un'altra pianta in modo da aggiungere, inserire, un nuovo componente. L'innesto è quindi una moltiplicazione asessuata, botanicamente definita moltiplicazione agamica. Lo scopo dell'innesto è appunto quello di evitare la moltiplicazione sessuata tra individui che comporta sempre una variazione genetica minima naturale, per ottenere una pianta in tutto uguale a quella madre. L'innesto viene utilizzato anche allo scopo di ibridazione tra diverse specie, o per meglio chiarire sottotipi di una stessa varietà, per ottenere caratteristiche migliori di una pianta, in odo che produca frutti o fiori migliori, o di un tipo particolare, o per scopi sanitari. Ad esempio è stata utilizzata con successo per combattere la crisi fillosserica che alla metà dell'Ottocento fece rischiare l'estinzione delle viti europee, a causa di questa temibile farfalla che attacca le radici e le basi dei tronchi della vite. Grazie all'intuizione di alcuni esperti, si notò infatti che le varietà americane erano immuni alla farfalla e quindi si applicò la tecnica dell'innesto, utilizzando la parte radicale e le basi dei tronchi americani per inserirvi le qualità europee, nettamente migliori dal punto di vista qualitativo.

La tecnica dell'innesto ha la sola limitazione di poter essere utilizzata su piante legnose o semi-legnose, quindi arboree o arbustive. Si è però dimostrata fondamentale per la conservazione e il miglioramento delle specie per moltissimi secoli quando la genetica non era nemmeno stata concepita.

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L'innesto della vite

L'innesto nella vite è quindi sempre più praticato come tecnica naturale di miglioramento delle varie varietà, e il suo utilizzo si è andato intensificando sempre più, soprattutto nel corso degli ultimi due secoli, quando la botanica ha assunto quel ruolo da protagonista e la sua identità di scienza ed ha iniziato a comprendere più da vicino i meccanismi che muovono il regno vegetale. Oggi tutte le grandi aziende ad esempio utilizzano innesti e clonazioni ibride per migliorare e adattare le varie specie di viti, sia alle condizioni climatiche che a quelle geologiche, ma più specificatamente per riuscire ad ottenere produzioni di qualità sempre meno variabile. Tutte le grandi case infatti ormai si affidano a botanici e studi approfonditi di botanica, senza lasciare più nulla al caso, se non per quel che riguarda le diverse annate dipendenti dal clima. L'innesto va praticato sempre in primavera, periodo in cui si ha il risvegli vegetativo della pianta, che può subire così quello che può essere paragonato ad un vero e proprio intervento chirurgico. Questo permette di combattere eventuali controindicazioni che possono provenire dall'innesto, come ad esempio eventuali infezioni in quella parte che può essere paragonata ad una ferita aperta. La velocità di ripresa che caratterizza quindi il periodo di risveglio vegetativo aiuta quindi non solo a velocizzare il decorso post-innesto, ma anche a fornire gli eventuali anticorpi necessari in caso di infezione.


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Innesto uva: La tecnica

Vi sono vari tipi di innesto che si possono effettuare, a seconda di alcuni fattori dipendenti sia dalle caratteristiche botaniche che dai risultati da ottenere. Il più semplice e veloce, quindi anche il più utilizzato, è l'innesto a spacco. Semplicemente viene inserito un rametto di pochi centimetri della varietà che si vuole innestare, in un'incisione effettuata sulla pianta che supporta l'operazione. Poi il tutto verrà fasciato per evitare le infezioni. A questo scopo si devono sterilizzare anche gli utensili necessari alla varie operazioni.


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